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Facebook: Ue, accettate richieste su chiarezza uso dati

BRUXELLES - Facebook ha accettato le richieste di Commissione Ue e autorità a tutela dei consumatori, facendo chiarezza sull'uso che fa dei dati dei suoi utenti e il loro profiling. Lo annuncia la stessa Bruxelles, spiegando che la società di Mark Zuckerberg ha aggiornato termini e condizioni di servizio in un linguaggio semplice in cui spiega quali informazioni personali vengono vendute a terzi. E, soprattutto, mettendo in chiaro che il social e suoi servizi sono gratuiti proprio in cambio dell'accordo dei suoi iscritti a condividere i loro dati e a essere esposti alla pubblicità. "Una società che vuole ripristinare la fiducia dei consumatori dopo lo scandalo Cambridge Analytica non deve nascondersi dietro un gergo complicato e legalistico su come stia guadagnando miliardi con i dati della gente", ha sottolineato la commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova. Ora Facebook deve completare l'attuazione di tutti gli impegni presi al più tardi entro fine giugno, e se non li rispetterà potrà essere sanzionata da parte delle autorità nazionali dei consumatori.

I nuovi termini di utilizzo di Facebook d'ora in poi dovranno dettagliare come la società fa uso dei dati personali per sviluppare le attività di profilazione e pubblicità mirata per finanziarsi, e in particolare quali servizi sono venduti a terzi perché questi ne possano utilizzare le informazioni. Inoltre Facebook si impegna a spiegare in modo chiaro come un utente può chiudere il suo account, e per quali motivi e in quali casi può invece essere chiuso dal social. L'obiettivo di Ue e autorità dei consumatori infatti era quello di informare nel modo più semplice e diretto possibile i milioni di utenti europei del social sui suoi 'ingranaggi' di funzionamento e in particolare sul suo modello di business. "Ora gli utenti capiranno chiaramente che i loro dati sono usati dal social network per vendere pubblicità personalizzata", ha spiegato la commissaria Jourova. La società di Zuckerberg ha anche modificato la sua politica di limitazione della responsabilità, riconoscendola in caso di negligenza, per esempio quando parti terzi fanno un uso inappropriato dei dati come è avvenuto nel caso di Cambridge Analytica. Il social ha anche concordato di limitare il suo potere di cambiare in modo unilaterale i termini di utilizzo solo a quei cambiamenti che sono ragionevoli per gli interessi del consumatore. Infine, i contenuti cancellati dagli utenti potranno essere conservati da Facebook solo in casi specifici - per esempio su richiesta dell'autorità giudiziaria - e per un massimo di 90 giorni in caso di motivi tecnici. Vengono poi riviste in modo più chiaro le regole che danno agli utenti il diritto di fare ricorso quando è invece il social a rimuovere i loro contenuti. Commissione Ue e autorità dei consumatori ora monitoreranno con attenzione la messa in atto concreta di questi impegni, altrimenti potranno scattare sanzioni.

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