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Migranti: fonti, ancora stallo in negoziato revisione Dublino

BRUXELLES - Prosegue lo stallo nel negoziato sulla revisione del regolamento di Dublino. Gli ambasciatori dei 28 (Coreper) sono tornati a confrontarsi sulla proposta della presidenza bulgara, ma la discussione ha evidenziato ancora una volta posizioni distanti tra i Paesi del sud (Italia, Malta, Grecia, Spagna, Cipro) e quelli dell'Est (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia). In particolare, si apprende, l'Italia è contraria perché giudica insoddisfacente l'equilibrio individuato tra solidarietà e responsabilità. Germania e Commissione Ue insistono invece sulla necessità di trovare una soluzione entro fine giugno, quando scadrà il mandato della presidenza di turno bulgara, e subentrerà quella austriaca.

 

Quella sulla riforma del regolamento di Dublino sarà una delle prime grandi battaglie che il nuovo governo dovrà affrontare, dato che il dossier atterrerà sul tavolo dei ministri dell'Interno dell'Ue il 4 giugno a Lussemburgo (dopo un nuovo passaggio in Coreper martedì) e sarà al centro dell'agenda dei leader al summit del 28 e 29 giugno.

 

"Ho sentito che la revisione del regolamento di Dublino sarà posticipata a causa della resistenza dell'Italia sulla proposta". Così il vicepremier e ministro delle Finanze slovacco Peter Kazimir, rispondendo ai giornalisti all'ingresso della riunione dell'Eurogruppo.

 

Sulla proposta della revisione del regolamento di Dublino, alla riunione degli ambasciatori dei 28 (Coreper), abbiamo registrato un lieve cambiamento di tono, in positivo, ma anche oggi i Paesi hanno dimostrato di non essere pronti a trovare un compromesso. Così fonti europee.

 

Secondo altre fonti, tutti i Paesi sono rimasti arroccati sulle proprie posizioni. L'unica vera variazione nel testo sulla bozza di riforma portata tavolo oggi è stata quella che inaspriva la parte sulla responsabilità, innalzando da cinque a otto anni la responsabilità stabile per il primo ingresso di un migrante, dopo che al Coreper della settimana scorsa molti Paesi avevano giudicato inaccettabile l'abbassamento da dieci a cinque anni. Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro la vorrebbero vedere la responsabilità fissata ad un massimo di due anni.

 

Alla cena del vertice sui Balcani, della settimana scorsa, a Sofia, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha chiesto ai leader una svolta sulla riforma del Regolamento di Dublino, entro fine giugno, prima che scada il mandato della presidenza di turno bulgara e subentri quella austriaca.

 

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