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La morte di Vialli, Mancini rompe il silenzio: «Sognavo il miracolo»

Il silenzio, gli applausi, gli occhi lucidi, gli striscioni. E’ il giorno delle emozioni forti nel ricordo di Gianluca Vialli: quelle che scorrono sui campi della Serie A, e quelle mostrate da Roberto Mancini.

Il ct azzurro rompe il silenzio ed esprime il dolore personale per la morte del suo «gemello» Vialli, più di un amico, un fratello. «È una grande perdita, per me, per la sua famiglia prima di tutto e per tutto il calcio italiano. Perdo un fratello, speravo in un miracolo», dice Mancini in una intervista realizzata e diffusa dalla Figc.

Dal lungo applauso del Franchi prima di Fiorentina-Sassuolo, ai tributi dello Stadium, dove la Juventus affronta l’Udinese. Tanti gli omaggi in memoria di Vialli. Tanti gli striscioni e poi il lunghissimo applauso dopo le parole di Gianluca Pessotto che ha voluto salutare con un toccante messaggio il capitano Vialli: «Ciao Luca, siamo sicuri che sei qui da qualche parte, in mezzo a noi. Siamo venuti qui in tanti per farti sapere che non ti dimenticheremo mai. E non smetteremo mai di volerti bene. Sei stato per noi una guida, in campo e fuori. Compagno di spogliatoio, di vittorie, capitano, amico. Nessuno scorderà mai la tua sottile ironia, la tua classe, il tuo carisma, la tua tenacia, nessuno scorderà mai le emozioni che ci hai regalato con le tue giocate e con i tuoi gol. Ci mancheranno tanto. Siamo qui tutti insieme pronti ad abbracciarti, così come siamo stati sempre pronti ad esultare per ogni tua prodezza. Ciao capitano, fai buon viaggio. Ti vogliamo bene».

E mentre Londra si prepara all’ultimo saluto dell’attaccante, che sarà in forma strettamente privata, lunedì pomeriggio (ore 18.30) a Cremona, la città di Vialli, che ha indetto una giornata di lutto cittadino, ci sarà una messa di suffragio nella parrocchia di Cristo Re dove Vialli aveva iniziato a giocare a pallone da bambino.

Toccanti le parole di Mancini: «È un momento difficile, ma dobbiamo cercare di andare avanti». Mancini nei giorni scorsi è stato a Londra a salutare Vialli, «Speravo che accadesse qualcosa, speravo in un miracolo sinceramente - le sue parole -. Ci siamo visti, abbiamo parlato, scherzato, lui era sempre di buon umore come al solito e questo un po’ mi risolleva. Mi ha fatto piacere vedere così in quel momento».

Mancini ricorda il suo legame con l’amico di sempre: «Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita insieme, c'era un legame stretto, quello tra due fratelli. Due persone che a un certo punto si sono separate calcisticamente, però quando si è amici, lo si è per sempre. Luca per me era questo. Il nostro rapporto è stato di grande rispetto, affetto, amore, amicizia».

In Nazionale Vialli aveva un rapporto diretto con i giovani: «Luca - continua Mancini - ha fatto capire a tutti, soprattutto ai più giovani il valore della maglia azzurra, quello che si deve fare dove si poteva arrivare. È stata una persona di grande valore per noi, soprattutto quando parlava ai ragazzi e a loro piaceva ascoltarlo. Sono stati momenti molto belli e importanti. Dobbiamo proseguire su questa strada. Luca era un ragazzo gioioso, sempre allegro, pochissime volte l’ho visto arrabbiato, va ricordato così, per quello che era realmente molto vivo in tutti sensi. A lui piacerebbe che lo si ricordasse anche per questo oltre che per essere stato un grande calciatore, un vero professionista con un carisma straordinario. Era un ragazzo, allegro, giovane, al quale piaceva la vita».
Mancini ricorda poi il docufilm «La bella stagione» sulla vittoria dello scudetto della Sampdoria. «Questo film è stato fatto soprattutto per far vedere quanto sia importante l’amicizia tra persone che lavorano nello stesso gruppo e dove si può arrivare quando c'è questa coesione: contiene ricordi molto belli, ci sarà da piangere».

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