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Folla ai funerali di Gimondi: "Ci hai insegnato a lottare sempre"

Grande folla stamattina ai funerali di Felice Gimondi. L'arrivo della salma nella chiesa parrocchiale di Paladina, in provincia di Bergamo, è stato accolto da un lungo applauso. Presenti fra gli altri anche molti nomi noti delle due ruote come Francesco Moser e Beppe Saronni, Paolo Salvoldelli e Moreno Argentin, Giambattista Baronchelli. La bara dell'ex campione è stata portata a spalla dall'abitazione di Gimondi fino in Chiesa dove è stata celebrata la funzione funebre. La Chiesa era piena di gente e una grande folla stazionava in piazza. Numerosi anche i ciclisti dilettanti venuti con la divisa da gara a rendere omaggio in bicicletta al vecchio campione, nato a Sedrina 76 anni fa.

I grandi campioni del ciclismo hanno portato dalla chiesetta dov'era allestita la camera ardente alla parrocchiale il feretro di Gimondi, uniti al bergamasco non solo da una grande passione del ciclismo ma anche da una stima per quei valori che Felice ha sempre rappresentato e testimoniato nella sua vita: riservatezza, lealtà, grande amore per la sua professione e per la famiglia, in primis la moglie Tiziana e le figlie. Tra gli applausi della folla a portare il feretro sono stati Beppe Manenti, Gianbattista Baronchelli, Massimo Girotto, Osvaldo Bettoni, Dario Acquaroli, Moreno Argentin, Paolo Savoldelli, Giovanni Bettineschi.

"Oggi abbiamo bisogno di fare memoria: ciascuno di noi potrebbe ricordare oggi uno, dieci, cento episodi in cui Gimondi è entrato nella nostra vita, per dirgli grazie delle sue vittorie di campione, che infondevano coraggio orgoglio e gioia anche agli italiani che erano all'estero a lavorare come boscaioli in Savoia o minatori in Belgio". Lo ha detto monsignor Mansueto Callioni, parroco di Almè e amico di lunga data della famiglia Gimondi, nell'omelia dei funerali di Felice Gimondi, in corso nella parrocchiale di Paladina.

"Ma grazie lo diciamo non solo per le tue vittorie - ha aggiunto il sacerdote -, ma anche per le sue sconfitte da campione: ci hai insegnato a lottare sempre, a non cedere mai e a non arrendersi mai, perché nella vita non si può sempre vincere. Ora siamo qui a pregare per Felice e la sua famiglia, ma anche per tutti noi, per chiedere al Signore il conforto alla nostra sofferenza e la luce a tanti nostri interrogativi oscuri: perché Lui ci illumini attraverso la sua Parola".

Presenti in prima fila tutte le autorità bergamasche, tra cui il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il prefetto Elisabetta Margiacchi e i comandanti delle forze dell'ordine.

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