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La Sicilia orientale distrutta 330 anni fa da un sisma devastante: così nacque il Barocco

La sera del 9 gennaio 1693 un forte terremoto, di magnitudo 6.2, colpì la Sicilia sud-orientale provocando danni gravissimi ad Augusta, Melilli, Floridia, Avola e Noto, e danni seri in diverse località delle attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa.
La scossa fu seguita nelle ore successive da numerose repliche fin quando, alle ore 13.30 dell’11 gennaio, un altro violentissimo terremoto, di magnitudo 7.4 devastò gran parte della Sicilia orientale e in particolare molte località del Val di Noto.
Lo ricorda, sul proprio sito, il Dipartimento regionale della Protezione civile (Drpc) della Sicilia, nel giorno del 330esimo anniversario di quello che è considerato l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici, che rinacque con il suo Barocco.
Catania fu praticamente distrutta, così come Acireale, Augusta e circa settanta città e centri urbani nel ragusano, siracusano e nel catanese che subirono danni gravissimi.
I terremoti produssero anche vistosi sconvolgimenti del suolo in un’area molto vasta. I danni si estesero dalla Calabria meridionale a Malta e da Palermo ad Agrigento. Il terremoto fu fortemente avvertito in tutta la Sicilia, in Calabria settentrionale e in Tunisia. Effetti di maremoto si ebbero lungo la costa orientale della Sicilia da Messina a Siracusa.
Le repliche continuarono per due anni e il processo di ricostruzione, durato alcuni decenni, fu accompagnato da un consistente flusso migratorio e segnò l’introduzione del Barocco come canone architettonico.
Diverse località furono ricostruite in luogo diverso e in alcuni casi (fra le tante Avola Vecchia, Noto Antica, Sortino Vecchia, Occhiolà-Grammichele) sono tuttora visibili tracce più o meno conservate dei centri abitati distrutti.
Quello sismico, sottolinea il Drpc Sicilia, è uno dei più importanti rischi della regione in quanto caratterizza l’intero territorio regionale e implica un forte impatto di perdita di vita umane e rilevanti danni economici. La mitigazione del rischio sismico costituisce, pertanto, attività fondamentale del sistema di protezione civile e in particolare delle componenti del sistema locale e regionale.

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