Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

I mille giganti verdi di Sicilia, come proteggerli dai cambiamenti climatici e curarli

Conclusi questo pomeriggio i lavori scientifici della Conferenza Internazionale sugli Alberi monumentali organizzata all’Orto Botanico di Palermo afferente al SiMua, Sistema Museale dell’università, dalla Società Botanica Italiana e dal Corpo Forestale della Regione Siciliana.  Da domani, gli esperti italiani e stranieri saranno impegnati in due giorni di visite studio sul campo sulle Madonie e sull’Etna, per analizzare i contesti ambientali e montani dove i giganti verdi di Sicilia, alcuni dei quali ultra centenari, sopravvivono all’interno dei Parchi naturali e delle campagne.  Al centro dell’ attenzione di botanici, agronomi, forestali, paesaggisti, la comune conoscenza, le metodologie più recenti di datazione  dei tronchi, le strategie di conservazione, valorizzazione e protezione dagli incendi e dai parassiti, e non ultimo, il cambiamento climatico e l’aridità crescente nell’area mediterranea.

“Tutelare e studiare i patriarchi viventi del pianeta, alcuni dei quali paragonabili per importanza culturale e scientifica ai manufatti in pietra delle grandi civiltà del passato, pensare che alcuni di questi vegetavano già in Egitto al tempo dei faraoni – è  un dovere della comunità scientifica mondiale”, ha spiegato il professor Paolo Inglese, dell’Università di Palermo.
Gli alberi più alti del pianeta, ma non per questo i più antichi, si trovano concentrati in alta quota in Malesia e nelle foreste del Brasile, come ha spiegato l’ esperto Jiajaia Lu dell’ Università di Shangai,  dove crescono piante che raggiungono oltre gli 88 metri di altezza. Ma grande attenzione è stata riservata agli ulivi ultracentenari, presenti con esemplari straordinari in Sardegna, Sicilia e Puglia, dove spesso cresce in terreni di privati, richiedendo  complesse e differenziate soluzioni per la tutela. L’ ulivo può considerarsi l’albero più vetusto del bacino mediterraneo,  ha spiegato Elisabetta Boetto, in collegamento dall’ Istituo Weizmann di Israele . “L’ archeologia scientifica ci dimostra che noccioli di ulivo erano presenti nelle isole greche e  nel deserto del Negev già 5000 anni fa, e che la resilienza di questa pianta, che dorme in inverno e vegeta in estate, può molto insegnarci ad affrontare le sfide climatiche future”.

Ma quanti sono  i monumentali in Italia ed in Sicilia e a quali sofferenze vanno incontro con il cambiamento climatico? Il Ministero delle politiche agricole e forestali ne ha censiti circa 4.000 - ha spiegato  Laura Canini, dando una definizione univoca per classificare e fare censimento, cioè le dimensioni, la vetustà ma anche il valore ecologico, culturale e paesaggistico nelle ville private. Elenco che è destinato in questa ottica ad aumentare,  essendo cura dei comuni, che tramite le regioni possono inviare al Ministero le segnalazioni e le richieste di concorso nelle spese per interventi di tutela.” I grandi alberi – ha spiegato  il professor Gianluca Piovesan dell’ università della Tuscia, hanno avuto la capacità di costruirsi un genoma capace di resistere, di acclimatarsi, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad ondate di calore con picchi frequenti: ecco che i monumentali sono sentinelle ed archivi viventi, con dati preziosi ricavabili dagli anelli dei tronchi, essendo sopravvissuti attraverso fasi millenarie”.

Sono oltre 1000 in Sicilia gli esemplari monumentali  di numerose specie  - ha spiegato il botanico Rosario Schicchi – direttore dell’ Orto botanico di Palermo ed autore di numerose pubblicazioni sugli alberi, sui paesaggi naturali e sulle leggende nate attorno ai più antichi patriarchi verdi, come il castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio, sull’Etna, l’ ulivo della Kolymbetra di Agrigento, l’olivastro di Inveges a Sciacca, ecc. Già nel 2007 ne avevamo catalogati almeno 600, sono ulivi, querce, lecci, aceri montani, carrubi, frassini ma anche piante tropicali, distribuite a macchia di leopardo, mentre attualmente il Corpo Forestale è riuscito a schedarne circa 160. Tra gli alberi monumentali più abbondanti figurano gli olivi di cui in Sicilia ne abbiamo recentemente censito circa 370 tra quelli che presentano valori di circonferenza superiori a 5 metri, arrivando come nel caso dell’ ulivo di Pettineo a 19 m. L’ età è questione più complessa da accertare, ma sicuramente la quercia del Vallone dell’ Inferno sulle Madonie è, con i suoi mille anni, uno degli alberi più anziani d’ Italia.  Il record  europeo per ampiezza della chioma,  va invece  al grande Ficus macrophylla dell’Orto Botanico di Palermo, la cui chioma copre circa 2900 m2 di superficie”. Uno spettacolo che attira migliaia di visitatori, con le radici aeree che toccano terra, il ficus dell’ Orto può essere votato nell’ ambito di un contest per eleggerlo albero dell’anno, Tree of the Year, cliccando attraverso la piattaforma gianttree.org, fondazione friulana che si occupa di curare e valorizzare le foreste a livello mondiale.

Caricamento commenti

Commenta la notizia