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Charlize Theron incanta l'Ariston: tra i cantanti della mia vita c'è anche Eros Ramazzotti

SANREMO. L'incanto di Charlize Theron nella serata degli omaggi. Il secondo capitolo del festival di Sanremo targato Carlo Conti si è regalato la sua star hollywoodiana. Elegantissima, splendida e sorridente ha animato con leggerezza un'intervista in cui, tra i suoi brani preferiti, ha inserito anche Eros Ramazzotti. Bellissima, elegantissima, affascinantissima. Non bastano i superlativi per l'attrice sudafricana. Una chiacchierata iniziata con la playlist della vita della Theron, che agli inizi della carriera era la protagonista di uno spot, girato proprio in Liguria, dove un filo impigliato lasciava sfilare il vestito e svelava un lato B che ha turbato i sonni di molti. Oltre a Free Fallin' di Tom Petty e Who's gonna ride your wild horses degli U2 nella colonna sonora dell'attrice spunta anche Eros Ramazzotti con Un'altra te.

«Bellissima, una canzone speciale che mi ricorda l'Italia. Avevo 17 anni, ero a Milano e questa canzone si sentiva ovunque». Ma Charlize, che ha lasciato a casa il compagno Sean Penn, incalzata da Conti, racconta anche di come non abbia mai pensato seriamente al matrimonio, anche se il filo conduttore della sua vita rimane sempre «l'amore». «Mi piace l'idea di un rapporto duraturo, ma l'abito bianco non mi ha mai interessato, neanche da ragazzina. Chissà magari potrei cambiare idea...».

Anche senza fede al dito l'attrice, 40 anni ad agosto, ha comunque adottato un bambino: «Come sono come madre? bisognerebbe chiedere a lui. Io voglio che ci siano regole e punti fermi nella sua vita». Con un Oscar nel curriculum per Monster, ama il suo lavoro, «non ce n'è uno più bello, permette di trasformarsi in un'altra persona». Ma la vera Charlize com'è, chiede il conduttore? «Non lo so, ditemelo voi. Io sono complicata come tutte le donne, ma poi sono poco complicata come tutte le donne». Prima di lasciare il palco, dopo una decina di minuti, immancabile il ricordo di Nelson Mandela, accolto da un caloroso applauso. «Ho un ricordo bellissimo di lui, dopo l'Oscar l'ho incontrato: voleva che potassi la statuetta. Insieme abbiamo preso un tè e un dolce tipico sudafricano che si mangia con le mani. Lo sciroppo è finito sulla statuetta. E io ho detto: non la laverò mai». Il Sudafrica le manca, «ma riesco a tornarci spesso». Poi il bacio di Carlo Conti «a nome di tutti gli uomini italiani».

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