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Centrodestra in fibrillazione alla Regione: Schifani convoca gli alleati

Con una manovra da equilibristi il centrodestra ha evitato la resa dei conti all'Ars sulla vertenza dei precari Covid. La risoluzione presentata da Fratelli d'Italia per imporre al governo una linea diversa da quella decisa dall'assessore Giovanna Volo (con il placet del presidente Renato Schifani) è stata rinviata. Ma i rapporti fra il presidente e il principale alleato restano tesissimi.
E per questo motivo Schifani ha convocato un vertice di maggioranza che si terrà venerdì mattina. Il presidente ha chiamato a Palazzo d'Orleans capigruppo dell'Ars e segretari di partito. Una mossa – spiegano fonti della presidenza – che servirà a fissare l'agenda dei prossimi mesi e ovviamente a serrare le file dopo gli scontri che sono diventati evidenti e che non riguardano solo i precari Covid.

Fratelli d'Italia ha accolto malissimo il no di Schifani alla legge che avrebbe introdotto il terzo mandato per i sindaci dei Comuni con meno di 15 mila abitanti. Una riforma di cui gli uomini della Meloni sono stati big sponsor, forti di un asse trasversale in Parlamento.ù

Ma il terreno infuocato resta soprattutto quello dei precari Covid. La risoluzione di Fratelli d'Italia avrebbe imposto proroghe per tutti in attesa di una generale stabilizzazione. Mentre una direttiva della Volo prevede un semaforo verde solo per medici e infermieri, una limitata proroga dei contratti per gli amministrativi e l'interruzione dell'impiego dei tecnici.

Fratelli d'Italia in commissione Sanità è rimasta isolata. Contava sull'appoggio alla sua risoluzione da parte di Mpa e Dc, che però hanno preso una posizione pro-governo. A quel punto un escamotage regolamentare ha evitato la votazione: la risoluzione, dopo la presentazione, va con cordata col governo per decidere i tempi di esame e voto. Dunque se ne parlerà in una delle prossime sedute. Anche se gli uomini della Meloni non mollano, pur mostrandosi più dialoganti con Palazzo d'Orleans. Nella notte fra martedì e mercoledì, dopo che il caso della risoluzione è stato svelato dal Giornale di Sicilia, Schifani ha perfino minacciato l'apertura di una crisi di governo e la revoca delle deleghe agli assessori di FdI se il partito non avesse ritirato la sua proposta, vista come un atto ostile.

Poi la diplomazia del capogruppo di FdI, Giorgio Assenza, ha evitato strappi con Palazzo d'Orleans. E oggi in commissione il meloniano Marco Intravaia ha precisato che “abbiamo chiesto che la risoluzione venga discussa la prossima settimana. Ma noi siamo pronti a modificarla in accordo col governo. Non vogliamo fibrillazioni ma chiediamo di dare risposte a una categoria che conta 9 mila persone”.

I precari Covid sono stati tutti assunti durante il governo Musumeci, quando Ruggero Razza era assessore alla Sanità.

L'assessore Volo in commissione ha spiegato che la linea del governo regionale sui rinnovi di contratto non cambia, perché ci sono limiti imposti dalle norme nazionali. E questa porta chiusa ha messo in agitazione i sindacati. Cgil e Uil hanno annunciato la protesta di piazza: “Oggi il governo regionale ha ribadito che la linea già espressa con la direttiva che nega o limita al minimo le proroghe dei precari Covid, non verrà cambiata. Questo è inaccettabile, soprattutto perché la sanità siciliana è nel caos più totale. Ricordiamo che lo scorso dicembre lo stesso governo si era impegnato a mettere a punto un piano di fuoriuscita dal precariato di questo personale. Sino ad oggi non abbiamo ottenuto risposte” hanno affermato Cgil e Uil Sicilia, guidate da Alfio Mannino e Luisella Lionti, insieme a Cgil Fp e Nidil Cgil Sicilia e a Uil Fpl e UilTemp Sicilia che martedì a Palermo manifesteranno contro questa decisione. “Non si capisce quale criterio sia stato utilizzato per stabilire il personale da mantenere in servizio. Sono tutti lavoratori indispensabili, in queste ultime settimane – hanno detto Cgil e Uil – e tra l’altro hanno retto le Asp e le aziende sanitarie svolgendo funzioni ordinarie a prescindere dall’emergenza Covid. Nella riorganizzazione della pianta sanitaria tutto questo personale deve avere la priorità. Una clausola sociale che garantisca un titolo maggiore rispetto agli altri. Bisogna valorizzare queste esperienze. Non si può pensare a una medicina territoriale senza figure professionali adeguate”.

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