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Oscar, la corsa al migliore attore: sfida a cinque con Redmayne e Keaton favoriti - Foto

ROMA. Cinque ritratti di personaggi reali (di cui due scienziati) e quello quasi allo specchio di un attore oppresso dal peso del suo alter ego cinematografico alato e supereroe hanno portato Bradley Cooper, Benedict Cumberbatch, Steve Carell, e i due 'favoriti' Eddie Redmayne e Michael Keaton in gara per l'Oscar come miglior attore protagonista nella notte del 22 febbraio.

In pole position virtuale, vista la vittoria della tripletta Bafta - Screen Actors Guild - Golden Globe, c'è il britannico 33enne Eddie Redmayne, al debutto fra i nominati in La teoria del tutto di James Marsh nei panni di Stephen Hawking, il grande astrofisico affetto dal 1963 da una malattia degenerativa del motoneurone. Una performance che abbina due fattori da sempre amati dall'Academy: l'interpretazione di un biopic e un personaggio che lotta contro una malattia o un handicap. Redmayne, classe 1982, fresco sposo a dicembre, di Hannah Bagshawe (si sono conosciuti da adolescenti), già da ventenne era considerato uno dei maggiori giovani talenti del teatro britannico, mentre al cinema il ruolo che l'ha lanciato definitivamente è stato quello dello stagista che vive una breve storia d'amore con Marilyn Monroe (Michelle Williams) in 'Marilyn' (2011).

Fra i precedenti interpreti di Stephen Hawking, c'è proprio un altro contendente agli Oscar, Benedict Cumberbatch, volto dello scienziato in un film tv realizzato per la Bbc nel 2004, e in gara quest'anno per la sua prova d'attore nei panni sempre di uno scienziato, Alan Turing, in The Imitation Game di Morten Tyldum. E' la storia del geniale matematico e crittografo britannico, capace di decodificare durante la Seconda guerra Mondiale il codice Enigma usato dalle forze armate tedesche, e morto suicida 41enne nel 1954, dopo le vessazioni subite per la sua omosessualità.

E' invece alla terza candidatura consecutiva (dopo quella nel 2013 come protagonista in Il lato positivo e nel 2014 come non protagonista per American Hustle), Bradley Cooper, voluto da Clint Eastwood per interpretare in American Sniper il leggendario cecchino Chris Kyle, Navy Seal soprannominato dai nemici per la sua 'efficacia nelle missioni in Iraq 'il diavolo di Ramadi', ucciso nel 2013 a 38 anni in un poligono di tiro negli Usa da un ex commilitone. Considerato da molti un eroe, da altri un killer spietato, Kyle è tornato con il film al centro del dibattito dei media. Per interpretarlo, Cooper ha visto ore e ore di sue interviste e materiale su di lui, si è sottoposto a una trasformazione fisica, ingrassando 18 kg con una dieta da 8000 calorie al giorno e si è allenato nel tiro di precisione con il Navy Seal Kevin Lacz.

Un'altra metamorfosi che colpito critici e spettatori è stata quella di Steve Carell, amato dal grande pubblico per i suoi ruoli in commedia, capace di diventare per Foxcatcher di Bennett Miller, il miliardario, filantropo, appassionato di sport, paranoico e omicida John Du Pont (morto in prigione nel 2010) assassino nel 1996 dell'ex campione olimpico di wrestling Dave Schultz.

Infine c'è Michael Keaton, l'avversario più pericoloso per Redmayne, secondo gli esperti di corsa all'Oscar. L'attore, classe 1951, torna alla ribalta con il trascinante Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu nei panni di Riggan Thomson, divo in caduta libera emotiva e economica, ex paladino del pubblico per un ruolo da supereroe alato (diventato suo alter ego), che tenta di rilanciarsi a Broadway. Un personaggio che Keaton, volto di Batman per Tim Burton, ha reso a perfezione, pur sentendolo molto lontano da se' soprattutto nell'ansia di Riggan di ottenere approvazione: ''Ho scelto molto tempo fa di non essere un capriccio degli altri –ha detto -. Questa è un'industria basata sulla paura, e sei fregato se ci caschi''.

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