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Nuove proteste dei giovani in Iran, aderiscono anche i negozianti

Terzo giorno di sciopero in Iran con i negozianti che tengono le saracinesche abbassate in segno di protesta dopo la morte a settembre della giovane curda Mahsa Amini mentre era sotto la custodia della polizia morale e la repressione nelle manifestazioni che sono seguite.

La magistratura iraniana sta sigillando negozi e imprese che aderiscono allo sciopero e la polizia esegue arresti tra chi protesta. La serrata intanto si è estesa a 40 città iraniane, tra cui la capitale.

Il sindaco di Teheran Alireza Zakani ha accusato gli studenti dell'Università Sharif che manifestano di essere dei 'traditori'.

Secondo i post sui social network, gli studenti di diverse Università iraniane e di molte facoltà a Teheran hanno organizzato manifestazion in concomitanza con la Giornata dello studente: immagini mostrano attacchi da parte delle forze di sicurezza e "un certo numero di loro insanguinati", come riporta Bbc Persia. Secondo il canale Student Trade Union Council, all'Università di Teheran, gli studenti sono stati attaccati, ed un giovane sarebbe stato "rapito dalle forze di sicurezza". Tre studenti dell'Università Khwaja Nasiruddin Tusi sono stati arrestati.

Nelle proteste in corso in varie università in Iran sono stati scanditi slogan come "gli studenti muoiono, ma non accetteranno umiliazioni", "siamo figli di lavoratori, saremo al loro fianco". Alcuni studenti hanno dichiarato di aver ricevuto sms che li minacciavano di interrompere le proteste. Secondo i gruppi per i diritti umani, almeno 586 studenti sono stati arrestati dall'inizio delle proteste.

"Non c'è nessun problema nel protestare. La protesta è diversa dalla rivolta. Rende la perfezione in qualsiasi dispositivo. Porta alla riforma, ma il disturbo e la distruzione sono diversi dalla protesta. La critica causerà problemi se viene criticata", detto il presidente dell'Iran Ebrahim Raisi durante la sua visita all'università di Teheran per il Giorno dello studente.

Intanto, Badri Hossein Khamenei, sorella della Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei, ha pubblicato una lettera in cui si augura "presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere". Nella lettera pubblicata sull'account twitter di suo figlio e rilanciata da alcuni media, Badri Khamenei critica il fratello affermando che "il regime della Repubblica islamica non ha portato altro che sofferenza e oppressione per l'Iran e gli iraniani. Il popolo dell'Iran merita libertà e prosperità e la loro insurrezione è legittima e necessaria per ottenere i loro diritti".

Anche la figlia di Badri Khamenei, Farideh, aveva sostenuto le proteste in corso e per questo motivo è stata arrestata e si trova nel carcere di Evin a Teheran, mentre suo padre, il predicatore Ali Moradkhani Tehrani, è recentemente morto agli arresti domiciliari, situazione in cui si trovava per avere espresso critiche contro la Repubblica islamica.

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