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La strage al supermarket degli afroamericani, il diciottenne accusato di «crimine d'odio dettato da razzismo»

Crimine d’odio dettato dal razzismo e terrorismo. Sono queste le piste seguite dalla polizia e dall’Fbi per Payton Gendron, il diciottenne suprematista antisemita autore del massacro del supermercato di Buffalo, nello stato di New York. Dieci i morti, tre i feriti.

Il ragazzo è già comparso in tribunale, dove si è dichiarato non colpevole dell’accusa di omicidio di primo grado e resterà dietro le sbarre fino al processo dopo che il giudice non ha previsto per lui alcuna cauzione. Con indosso la mascherina e una divisa bianca stile medico, il ragazzo ha pronunciato poche parole in aula dove era circondato da agenti di polizia. Ha risposto «no» al giudice che gli chiedeva se si potesse permettere un avvocato e, calmo e pacato, ha detto: «Capisco le accuse che mi vengono mosse».

Le indagini proseguono a ritmo serrato, con l’Fbi in campo. Gli investigatori stanno sentendo i testimoni e passando in rassegna tutti i video girati dell’incidente, trasmesso da Gendron in live streaming su Twitch per alcuni minuti prima di essere sospeso. Immagini che mostrano il fucile con cui ha agito con il numero 14, probabilmente in riferimento allo slogan neonazista delle 14 parole, e soprattutto con la scritta «nigger», la N-word impronunciabile negli Stati Uniti perché offensiva. Il ragazzo ha iniziato a sparare fuori dal supermercato, colpendo tre persone. Poi è entrato e ha aperto il fuoco all’interno. Al vaglio delle autorità ci sono tutte le tracce online del ragazzo e in particolare il suo manifesto da 106 pagine in cui descrive la sua «filosofia», anticipa la strage e cerca di spiegarla. Si descrive un suprematista e dichiara il suo appoggio alla teoria cospirazionista del «Great Replacement», ovvero la convinzione che i bianchi siano sostituiti nei loro paesi da immigrati non bianchi con il risultato dell’estinzione della razza bianca.

Il supermercato scelto sembra confermare la pista razzista, in quanto si trova in un’area di afroamericani, che Gendron ha raggiunto guidando per ore armato fino ai denti, con il giubbotto antiproiettile e in mimetica. Senza contare che fra i 10 morti e i tre feriti ben 11 persone sono afroamericani. «È stata un’esecuzione stile militare su innocenti che volevano solo fare la spesa», afferma il governatore dello stato di New York, Kathy Hochul, senza nascondere la sua rabbia. «Basta con la violenza delle armi da fuoco», dice riferendosi al fucile semiautomatico usato dal ragazzo che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato acquistato illegalmente e poi modificato. Hochul punta il dito anche contro i social media che consentono il dilagare di odio: «Le piattaforme devono essere responsabili di monitorare e sorvegliare» i contenuti, «consapevoli, in casi come questo, di poter essere ritenute complici. Forse non legalmente ma almeno moralmente».

L’incidente è destinato a riaccendere il dibattito sulle armi negli Stati Uniti e ad alimentare quello sulla libertà di parola sui social, soprattutto ora che Twitter è avviata verso Elon Musk, sostenitore della libertà di espressione a tutti i costi.

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