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"Il talento", Sclafani s'ispira a Fellini per raccontare i demoni del successo

Mettersi alla prova ispirandosi a un grande del cinema. È stato questo l'obiettivo che il regista e il cast hanno messo al centro del loro lavoro per realizzare il film «Il talento», regia di Salvatore Sclafani, protagonista Domenico Cangialosi, prodotto da First Child di Paola Piccioli e dello stesso Sclafani. E ci vuole talento, ma tanto, se il grande in questione è Federico Fellini.

Loro ci hanno provato, lavorando senza una sceneggiatura per tentare di dare risposte a domande come «quale prezzo si è disposti a pagare per il successo?» oppure «come fronteggiare i propri demoni interiori per ottenerlo?».

«Il Talento», infatti, racconta le vicissitudini di Fabrizio Taormina, un giovane scrittore siciliano che, trasferitosi a Roma, diventa l'apprendista di Eugenio Vassallo, famoso scrittore argentino, che fa del giovane talentuoso, il suo «ghost writer».

Spiega Sclafani: «Quello che abbiamo fatto è stato fare delle prove con gli attori che improvvisavano davanti a me, senza freni, mentre io ne indirizzavo la recitazione. Dopo aver finalmente ”fissato” le battute e i movimenti, li mandavo al trucco e io, con i miei tecnici, illuminavo la scena e preparavo la cinepresa. Appena gli attori tornavano sul set, le scene venivano girate come se le battute fossero sempre state parte di un copione. Un processo interessante anche per gli attori che, tra l'altro, hanno rinunciato al cachet per non intaccare il budget».

Per il palermitano Cangialosi è stata «un'esperienza pazzesca. Con Salvatore avevo lavorato in “Self control”, un film sulla bulimia maschile molto premiato e visibile su Amazon Prime».

Li ha uniti il talento per la sfida: «Inizialmente avremmo voluto organizzare la prima a Roma e Palermo per trovare una distribuzione indipendente ma la pandemia ci ha fatto scegliere la via dei social e, appena il film sarà più conosciuto, anche quella delle piattaforme. Lo abbiamo fatto vedere a Salvatore Esposito di “Gomorra”: gli è piaciuto molto e ci sosterrà». Il film dovrà fare i conti con la pandemia in corso, quindi la tradizionale distribuzione sarà sostituita da una serie di iniziative sui canali social. Che il talento sia nullo senza lavoro è il pensiero dell'attrice palermitana Marilù Pipitone: «È un dono, o ce l'hai o non ce l'hai, però studio e lavoro servono a svilupparlo. Sul set è stato molto divertente, eravamo degli amici che hanno lavorato con professionalità ma anche in maniera giocosa. L'improvvisazione? Inizialmente sono rimasta stranita, titubante, poi è stato stimolante».

Altra palermitana, Claudia Perna, che è da poco diventata mamma per la seconda volta, dopo Adrien, infatti è arrivata Beatrice Laura: «Un progetto nato tra amici al quale non ho saputo resistere nonostante il momento particolare della mia vita. Ho vissuto emozioni forti e, recitando senza copione, mi ha aiutata conoscere il background del personaggio. Nel mio lavoro il talento è importante, puoi spendere tutto il denaro che vuoi in scuole e corsi di recitazione ma quel qualcosa in più che ti regala il talento nasce con te: puoi imparare la tecnica, sul palco però è il cuore che comanda. Se vuoi eccellere, il talento serve in tutto, anche per dire le bugie, per esempio…». Anche lì Fellini è stato un maestro.

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