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Kasia Smutniak, moglie in crisi impacciata sul tacco 12

ROMA. Che ci fa Pierfrancesco Favino alle prese con un personaggio tutto mossettine e sussulti, e Kasia Smutniak impegnata in passo militare e impacciata su scarpe tacco 12?

È quello che capita ai due protagonisti di 'Moglie e marito' di Simone Godano in sala dal 12 aprile con Warner Bros in circa trecento copie.

Un’opera prima costruita su un imprevisto tecnologico e successivo scambio di ruoli.

Andrea (Favino) e Sofia (Smutniak) sono una coppia in crisi con alle spalle dieci anni di matrimonio (prima sequenza li troviamo in una terapia di coppia che ricorda In Treatment).

Insomma sono vicini al divorzio nonostante due figli di cui uno appena nato.

Lui è un medico, un neurochirurgo con ambizioni di scienziato, e lei un’aspirante presentatrice tv.

Ma prima di arrivare alla separazione la coppia si ritrova in una sorta di disastro scientifico che rompe tutti i loro schemi. In seguito a un esperimento molto azzardato di Andrea i due si trovano prigionieri l’uno nel corpo dell’altra.

Andrea diventa Sofia e quest’ultima Andrea.

Da qui tutta una serie di enormi problemi.

Ma la vita, si sa, deve continuare, lei dovrà andare al lavoro al posto del marito (senza sapere nulla di medicina) e lui lo stesso.

Ma questa situazione è ovviamente piena di imprevisti e sviluppi. Tra questi anche quello di fare sesso in un ruolo del tutto inedito.

In questa commedia in puro stile americano, una grande interpretazione di Valerio Aprea nel ruolo di Michele, collega e amico di Andrea.

«Lo spunto di questo film è ovviamente di sola fantasia - spiega Simone Godano che con il suo corto Niente orchidee è stato fuori concorso nel 2010 al Festival di Venezia -, ma mi sono posto l’obiettivo che la gente credesse alla storia raccontata. Non ho voluto poi chiuderlo dentro paletti di genere, dargli libertà per fare un film che divertisse e emozionasse, come accade appunto nella seconda parte». "Ho lavorato tanto insieme alla Smutniak, l’ho tanto spiata, per poi poterla imitare - dice invece Favino -. Con questo film siamo nel pieno dei cliché della commedia degli equivoci. Ricalchiamo temi classici già raccontati tante volte da Plauto, Goldoni e Shakespeare. C'è ovviamente anche la teoria del doppio che è vecchia quanto il mondo». E ancora dall’attore: "se esistesse la possibilità di mettersi nei panni della tua compagna, e viceversa, lo farei sicuramente. Probabilmente la rispetterei più di quanto faccio ora. Comunque credo sia una cosa che farebbe del bene a tutti».

Per la Smutniak, infine, Moglie e marito:

«Ha richiesto uno sforzo fisico e mentale. La cosa più difficile per me è stato trovar

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