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Gianluca Grignani: le rockstar non esistono - Foto

MILANO. «Ho capito già al mio primo Sanremo, quello di 'Destinazione paradiso', che le rockstar non esistono».

È un Gianluca Grignani che ripercorre le tappe della sua carriera quello che venerdì pubblica il nuovo album 'Una strada in mezzo al cielo', condiviso per l'occasione con diversi amici e colleghi. La scaletta del lavoro da studio («che è stata una vera fatica da realizzare» ha detto il cantautore) che celebra i vent'anni di attività artistica, è infatti composta da sedici successi pescati dagli album passati di Grignani, ripensati in chiave semi acustica e alcuni dei quali cantati assieme a colleghi incrociati in tanti anni per motivi diversi, come Ligabue («mi ha insegnato ad essere più professionale e merita il posto che ha anche solo per come lavora»), Elisa («la considero una delle migliori cantanti italiane»), Fabrizio Moro, Carmen Consoli, Max Pezzali, Luca Carboni, Briga e Federico Zampaglione.

«Da un lato ho cercato di assegnare a ciascuno la canzone più adatta - ha raccontato Grignani - come nel caso di Ligabue ('La fabbrica di plastica') ma dall'altro mi sono divertito a cercare l'assurdo, come nel caso di Pezzali che a prima vista c'entrava poco con 'Primo Treno per Marte'». Con altri invece è stato un feeling artistico più profondo a dettare i duetti, come nel caso di Luca Carboni e Carmen Consoli.

«Quelle di Carboni sono state tra le prime canzoni che ho cantato - ha spiegato Grignani - per via della somiglianza delle nostre voci. Con Carmen invece c'è sempre stata una grande intesa e quando eravamo entrambi più giovani e non impegnati la cosa avrebbe anche potuto prendere un'altra piega se quella volta che lei mi aspettava non mi fossi spaventato e avessi preferito scappare in Ungheria per andare a trovare mio papà. Sono convinto che 'Narciso' l'abbia scritta per me anche se lei nega (ride, ndr)».

Il disco uscirà venerdì, ovvero lo stesso giorno in cui in radio arriverà il singolo inedito che da il titolo a tutto il lavoro, 'Una strada in mezzo al cielo'. «In questa canzone ho cercato di mettere quello che tutti possono aver passato in una storia d'amore - ha raccontato Grignani del brano - e in uno dei versi più belli che penso d'aver scritto chiedo di non essere lasciato più solo, come quella volta a Riccione dopo il mio arresto e la notte più brutta della mia vita, perchè ero senza mia moglie e senza i miei figli».

Il fatto citato è quello relativo al luglio 2014 quando il cantautore, dopo una nottata turbolenta, era stato fermato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Una storia rock quella di Grignani, che cominciava vent'anni fa con quella 'Destinazione paradiso' che oggi, sul nuovo album, ha duettato con Elisa.

«Ci ho messo anni per realizzare che sono un artista - ha confessato la voce di 'Madre', 'Il gioco di Sandy' e 'Allo stesso tempo' - e oggi mi sento Rock 2.0, l'uomo e l'artista che sono due aspetti in me inscindibili».

Sul versante della musica suonata dal vivo e delle date già confermate, Grignani sarà il protagonista di due concerti organizzati a dicembre, l'1 all'Alcatraz di Milano e il 3 all'Atlantico di Roma. «Non mi piacciono i concerti evento - ha spiegato il cantautore - ma le dimensioni in cui la musica torna ad essere ascoltata come succedeva una volta, senza tutto quel distacco dalla gente che c'è ultimamente».

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