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I chiaroscuri dell’esistenza esplorati dai pittori del ’600 - Foto

A palazzo Barberini la collezione di Sir Denis Mahon un «cercatore di bellezza» che valorizzò l’arte italiana

ROMA. La mostra «Da Guercino a Caravaggio. Sir Denis Mahon e l'arte italiana del XVII secolo» potrà essere visitata sino all'8 febbraio nella Galleria  nazionale d'Arte antica in Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, Roma. Orari: 9.30-19.30 dal martedì alla domenica, 11-16 il lunedì. Biglietti da 12 a 5,50 euro. Per la prima volta, disponibile con un sovrapprezzo di 2 euro la visione in «Google Glass» che consente una fruizione interattiva di alcuni capolavori in esposizione.

Le «luci» della mente, le ombre della quotidianità. I maestri del Seicento italiano sono stati, probabilmente, i migliori interpreti di questi «chiaroscuri dell’esistenza» che riempiono adesso le sale della mostra romana Da Guercino a Caravaggio, aperta al pubblico sino all'8 febbraio nel Palazzo Barberini. Quarantacinque le opere esposte, omaggio alla patria delle arti — «Roma divenne nel corso del ’600 quello che nell’800 è stata Parigi, o nel ’900 New York», ha scritto Claudio Strinati — ma anche all’intuizione di un londinese innamorato dell’Italia, il mecenate sir Denis Mahon, cui si deve la riscoperta di una stagione esaltante della pittura del nostro Paese. Quindi, del mondo. Esclama Anna Coliva, la direttrice della Galleria Borghese di Roma che con Mina Gregori e Serjei Androsov è la curatrice della mostra: «Oggi tutti sanno chi è Caravaggio ma non è stato sempre così, tutti questi pittori erano stati completamente disconosciuti, dimenticati a causa di una sensibilità molto diversa che ha attraversato l’800. È stato Sir Denis Mahon che ha compiuto una straordinaria opera di rivalutazione». PARTICOLARI NELLE FOTO DI GIOVANNI PEPI

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