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Napoli, ha ucciso due ragazzi scambiandoli per ladri: «Chiedo scusa ai familiari»

«Il signor Vincenzo Palumbo chiede scusa ai familiari, non voleva uccidere. Anche lui è profondamente addolorato. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro». Queste le parole dell’avvocato d’ufficio Francesco Pepe, che difende Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore di 53 anni, proprietario di una abitazione in via Marsiglia, alla periferia di Ercolano, che ha esploso diversi colpi di arma da fuoco con una pistola legalmente detenuta, uccidendo Giuseppe Fusella di 26 anni e Tullio Pagliaro di 27, incensurati, di Portici (Napoli).

Erano fermi in auto, stavano chiacchierando prima di tornare a casa dopo avere assistito alla vittoriosa gara del Napoli in un bar vicino. Giuseppe e Tullio erano due bravi ragazzi, persone perbene come le loro famiglie che abitano a poca distanza l’una dall’altra a Portici. A pochi chilometri da Ercolano dove la scorsa notte, mentre si trovavano in auto in via Marsiglia, zona periferica della città, sono stati esplosi contro di loro colpi di pistola. Sono stati uccisi da Vincenzo Palumbo, che vive, con mogli e figlia, nella villetta davanti alla quale era parcheggiata la vettura. A settembre di quest’anno Palumbo aveva subito il furto di un’auto. Fin da subito i carabinieri hanno escluso l’ipotesi che si trattasse di un agguato di camorra. Palumbo - secondo quanto emerso dalle indagini - ha sparato sei volte e ha centrato alla testa i due ragazzi, che sono deceduti sul colpo. L’uomo era verosimilmente posizionato frontalmente alla vettura. Le ogive hanno tutte trapassato il parabrezza e due raggiunto le vittime.

A chiamare i carabinieri è stato proprio Palumbo, dicendo di avere sparato a «due ladri». L’uomo è stato lungamente interrogato dagli inquirenti. Duplice omicidio volontario è il reato che gli è stato contestato al termine dell’interrogatorio durato quasi 24 ore, quando è scattato il fermo. Palumbo ha confermato quanto detto al telefono, pensava fossero dei ladri. Gli inquirenti tuttavia non sono convinti fino in fondo di questa motivazione e per questo hanno cercato di ricostruire - attraverso il suo racconto, i rilievi e l’ascolto di testimonianze di residenti - una dinamica più dettagliata dell’accaduto.

A condurre l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri a Torre del Greco è stato il pm Filippelli. Palumbo non ha nominato un avvocato di fiducia e per questo è assistito da un legale d’ufficio. Gli inquirenti per ore e ore hanno cercato di capire che cosa possa essere scattato nella sua testa e cosa lo abbia portato a sparare.

A Portici, dove i due giovani vivevano, profondo dolore per i familiari, che, interpellati dai cronisti, chiusi nel loro dolore, non rilasciano dichiarazioni né commenti.
«Intorno alle 1.30 ho sentito quattro o cinque colpi di arma da fuoco e ho pensato che fossero fuochi di artificio, anche perché qui in zona spesso c'è l’usanza di accendere fuochi», dice invece Sofia, una donna che abita, in via Marsiglia ad Ercolano. «Subito ho visto sirene e forze dell’ordine sul posto e mi sono spaventata molto», aggiunge la donna, dicendo che lì la zona è abbastanza tranquilla.

«La nostra città è sconvolta da quanto accaduto. Una tragedia che ha colpito profondamente la nostra comunità», dice il sindaco di Ercolano (Napoli) Ciro Buonajuto. «Questo è il momento del silenzio. Ora gli inquirenti stanno accertando l’esatta dinamica dell’accaduto. Il mio pensiero come sindaco e come padre - aggiunge - è per le famiglie colpite da questa immane tragedia».

«È un dolore enorme che colpisce la nostra comunità: la morte di due ragazzi usciti di casa per una serata di divertimento che si è conclusa in modo tragico». Manifesta tutto il suo dolore personale e quello di tutta la città, Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici, la città alle porte di Napoli dove abitavano i due ragazzi uccisi la scorsa notte nella vicina Ercolano. «Esprimo il mio sgomento e il mio dolore e quello della nostra intera comunità - dice ancora Cuomo - per la morte di Giuseppe e Tullio, due figli della nostra terra certo di interpretare i sentimenti di tutta la città».

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