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La scomparsa di Saman: arrestato lo zio, chiesta l'estradizione dei genitori

Danish Hasnain si nascondeva a Parigi. È stato riconosciuto da un neo, è considerato l’esecutore materiale dell’omicidio

Se decidesse di parlare, potrebbe essere una svolta per la ricerca della verità sulla fine di Saman Abbas, 18enne di Novellara di cui si è persa ogni traccia dal 30 aprile. Per questo la Procura e i carabinieri di Reggio Emilia considerano fondamentale l’arresto di Danish Hasnain, pakistano di 33 anni e zio della ragazza, rintracciato in mattinata e dopo cinque mesi di latitanza in un appartamento della periferia nord di Parigi, dove è stato preso in consegna dalla polizia francese.

Lo zio Danish è considerato l’uomo chiave di tutta la storia. Per gli inquirenti è l’esecutore materiale dell’omicidio, di fatto il «braccio» armato dei genitori della giovane, che non potevano tollerare il comportamento ribelle della figlia. Saman, infatti, si era opposta a un matrimonio forzato con un cugino in patria, era fuggita, poi aveva denunciato i familiari e quindi era stata collocata in una comunità, quando ancora era minorenne, a fine 2020. Poi però in aprile era ritornata a casa, per prendere i suoi documenti ed essere indipendente. A quel punto, dopo un’ultima lite col padre, sarebbe stata assassinata, di notte. Ma Danish è considerato allo stesso tempo anche «la mente di questo progetto criminoso pazzesco», come ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi.

Il 33enne è stato trovato in un appartamento nel quartiere di Garges-les-Gonesse, insieme ad altre persone, connazionali, che sarebbero estranee alla vicenda. Non aveva documenti con sé ed è stato inizialmente riconosciuto e identificato da un neo sul volto, quindi è arrivata la conferma dalle impronte digitali. Sarebbe stato tradito dall’utilizzo di profili social, da utenze non a lui riconducibili. Da alcuni giorni veniva tenuto d’occhio e pedinato. Si pensava che potesse essere insieme a un altro indagato e ricercato, Nomanhulaq Nomanhulaq, cugino di Saman, fuggito sempre il 10 maggio. Ieri si è deciso di intervenire, facendo irruzione nella casa.

Da oggi del caso si occuperà la Corte d’Appello: la riconsegna all’Italia in casi di mandato d’arresto europeo avviene tra i 5 e i 10 giorni, se non ci sono inghippi. L’arresto «ci consentirà di avere una versione dei fatti, sempre che la voglia rendere, delle indicazioni anche su dove si trova il corpo di Saman», ha spiegato ancora la procuratrice. Il cadavere era stato cercato senza sosta e invano per due mesi, in tutta la zona intorno al casolare di Novellara, dove viveva la famiglia di pakistani. Dal momento che un altro cugino, Ikram Ijaz, arrestato pure lui in Francia a fine maggio, è già in carcere, la procuratrice ha parlato della possibilità di mettere a confronto le due versioni dei fatti. Fin qui Ijaz ha sempre negato di avere avuto un ruolo nella scomparsa della giovane parente, ma prima il gip e poi il tribunale del riesame hanno confermato il quadro accusatorio.

Contro lo zio Danish c'è soprattutto la testimonianza del fratello della ragazza, che inizialmente partì iassieme a lui verso la frontiera, ma poi venne fermato, in quanto minorenne, e messo in una struttura protetta: «Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano», ha messo a verbale il ragazzo. In una chat a una persona a lui vicina, lo zio Hasnain aveva inoltre scritto: «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene» e sono parole che gli investigatori riferiscono al delitto. Lui e i due cugini sono pure in un video che li ritrae il 29 aprile, vicino a casa, con pala e piede di porco: secondo gli investigatori stavano andando a scavare la buca per seppellire la diciottenne. Il pomeriggio del giorno dopo lo stesso Hasnain, ha raccontato sempre il fratello di Saman, avrebbe partecipato a una riunione, a casa Abbas, dove si parlò di come fare sparire il cadavere, facendolo a pezzi.

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia, inoltre, ha firmato e trasmesso al Pakistan le due domande di estradizione per i genitori di Saman, indagati per l’omicidio della figlia e ricercati da Interpol a livello internazionale.

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