ROMA. Ci sono anche un avvocato romano e due carabinieri tra i 37 arrestati nell'operazione contro il clan Rinzivillo. Nei confronti dei due militari l'accusa è di accesso abusivo alle banche dati delle forze dell'ordine: in sostanza avrebbero passato notizie riservate ai membri del clan, da sempre alleato dei Madonia e con i corleonesi. L'avvocato sarebbe invece il trait d'union tra i mafiosi e i professionisti.
Uno dei carabinieri coinvolti era uno 007. All'epoca dei fatti contestati, secondo quanto emerge dagli atti d'indagine, Marco Lazzari lavorava in una delle agenzie dei servizi d'intelligence. Nei suoi confronti la procura di Roma contesta il reato di accesso abusivo a sistemi informatici mentre quella di Caltanissetta ha ipotizzato il concorso esterno in quanto, secondo le indagini, il militare avrebbe gestito anche i contatti con alcuni affiliati del clan. Lazzari è rientrato due giorni fa nell'arma dei Carabinieri.
L'altro militare arrestato, Cristiano Petrone, all'epoca dei fatti era invece in servizio al Ros ma da qualche tempo era stato trasferito alla Compagnia speciale, un reparto di rappresentanza. Quando i suoi stessi superiori sono andati a contestargli gli accessi abusivi alla banca dati, ha cercato di giustificarsi sostenendo di voler sapere se vi erano precedenti a carico di persone che conosceva. Una spiegazione che il Gip definisce "mistificatoria" nell'ordinanza.
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