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C'era una volta il crimine: un altro viaggio nel tempo per Giallini, Tognazzi e Crescentini. Le foto

C'era una volta il crimine di Massimiliano Bruno, terzo capitolo della saga di viaggi nel tempo iniziata con Non ci resta che il crimine (2019), ci porta nell’Italia occupata dai nazisti del 1943 dove tutto è possibile, anche incontrare Mussolini, Hitler e Pertini.

Un po’ fumetto, che non si vergogna degli stereotipi né di prendersi troppo sul serio, il film guarda alla tradizione della commedia all’italiana, quella di Monicelli e Scola, dove gli Italiani, sempre un po’ «vigliacchetti», alla fine, se occorre, diventano eroi. In questo terzo capitolo, in sala dal 10 marzo in 500 copie distribuite da 01, ritroviamo la banda di criminali decisa a tornare indietro nel tempo fino al 1943 per rubare la Gioconda e riportarla in terra italiana. Di scena Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gian Marco Tognazzi) e, new entry, un professore di storia, Claudio Ranieri (Giampaolo Morelli), polemico e irascibile. I tre si vedranno costretti a trovare un riparo a casa della nonna «giovane» di Moreno, Adele (Carolina Crescentini), dove lui rivede la mamma Monica ancora bambina.

Quando quest’ultima viene presa dai nazisti, la banda si ritroverà a viaggiare per un’Italia distrutta, dove incontreranno Benito Mussolini, Adolf Hitler, il Re Vittorio Emanuele e Sandro Pertini. Ma i tre incontreranno anche alcuni elementi della banda della Magliana come il suo leader Renatino (Edoardo Leo), che li affiancheranno nello scontro finale con i nazisti. Tra questi, Gianfranco (Massimiliano Bruno) e Lorella (Giulia Bevilacqua).

«Volevamo fare un film importante che parlasse con ironia di una data storica come l’8 settembre - spiega Massimiliano Bruno, parlando di C'era una volta il crimine prodotto da Fulvio e Federica Lucisano con Rai Cinema -. E cosa c'è di meglio per fare questo che la “commedia all’italiana”? Quella commedia con vigliacchetti alla Sordi che, alla fine, diventano eroi (come accade ne La Grande Guerra, ndr)».

Ma Massimiliano Bruno ha altro da dire sull'attuale crisi della sala e del cinema in generale: «La commedia all’italiana ha sofferto tantissimo in quest’ultimo periodo a causa della pandemia e ora della guerra. Questo ha sicuramente depresso le persone ed è comprensibile che ora trovino più difficoltà ad andare al cinema quando hanno un’offerta enorme in tv. Credo che per risolvere la cosa occorra ritarare l’accordo con le piattaforme per le “finestre” che stabiliscono la distanza tra uscita in sala e utilizzo streaming. Non vorrei - conclude Bruno - far diventare il cinema come è stato il vinile per la musica».

Quarto episodio? «Non è previsto», dice risolutamente il regista. Per Carolina Crescentini «grande felicità nel raccontare questa donna del 1943 che è molto moderna, fa la fotografa, ma che alla fine pur essendo molto forte è sola». Dice invece del suo personaggio Morelli: «Sono l’unico del gruppo che ha due nozioni di storia, anzi ha addirittura scritto un saggio sulla seconda Guerra Mondiale, ma questo è poco importante, vale di più il fatto di aver potuto dare due ceffoni ai nazisti, una cosa davvero catartica». Un confuso Marco Giallini non va oltre la battuta e una, va detto, gli riesce bene quando definisce il collega Morelli «uno degli attori troppo poco sottovalutati».

Nella gallery le foto della presentazione e alcune foto di sc ena. Queste ultime sono di Maria Marin.

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