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L'Argentina non sbaglia con l'Australia, ai quarti affronterà l'Olanda

L’Argentina non sbaglia contro l’Australia, s’impone 2-1 e vola ai quarti di finale di Qatar 2022, dove affronterà l’Olanda. All’Ahmad bin Ali Stadium di Al Rayyan decidono le reti di Lionel Messi, che diventa il miglior marcatore della storia dell’Albiceste ai Mondiali (9 gol) alla 1000esima partita giocata in carriera, e il sigillo di Julian Alvarez al suo secondo centro di fila nel torneo. Nulla da fare per i Socceroos, ai quali non basta nel finale lo sfortunato autogol di Enzo Fernandez sulla conclusione di Craig Goodwin. Tanto equilibrio e pochissime emozioni per oltre mezz’ora, poi sale in cattedra la Pulce e al primo tiro in porta l’Argentina va avanti: il numero 10 riceve da Otamendi e con un colpo da biliardo insacca all’angolino dove Ryan non riesce ad arrivare.
Primo gol in una fase ad eliminazione diretta di un mondiale per Messi, che fa esplodere di gioia tutto il popolo argentino. La squadra di Scaloni resta in costante possesso palla anche a inizio ripresa, controllando senza troppi problemi il vantaggio visti i rari pericoli portati dagli australiani dalle parti di Martinez. Al 53’ è Otamendi a far correre un brivido al proprio portiere, azzardando un retropassaggio su cui si stava per avventare Duke. Passano una manciata di minuti e, dall’altra parte, l’Argentina trova il raddoppio con Alvarez, che insieme a De Paul portano una feroce pressione su Ryan inducendolo all’errore. L’attaccante del Manchester City ne approfitta e firma il 2-0. Sembra ormai fatta per l’Albiceleste, ma al 77’ una conclusione improvvisa di Goodwin, destinata abbondantemente a lato ma deviata da Fernandez, mette fuori causa il portiere e riapre la gara per l’Australia sul 2-1. I Socceroos ci credono e all’81’ sfiorano addirittura il pareggio con Behich, protagonista con una serpentina da applausi neutralizzata provvidenzialmente da Lisandro Martinez al momento del tiro. Nel finale si aprono tanti spazi per le ripartenze argentine, su due di queste l’interista Lautaro avrebbe la possibilità di richiudere definitivamente i conti, ma le spreca dopo le rifiniture di Messi. Al 97’ l’ultima clamorosa palla gol è per l’Australia, con Kuol che non riesce a superare un ottimo e provvidenziale Emiliano Martinez.

Dumfries trascina l'Olanda ai quarti

La qualità del ritrovato Depay e la prestazione trascinante di Dumfries fanno volare l’Olanda ai quarti di finale dei mondiali. L’entusiasmo non basta agli Stati Uniti che si disuniscono dopo il gol iniziale di Depay, reagiscono a metà ripresa ma poi subiscono il 3-1 che fotografa bene la differenza vista in campo. E’ una lezione tattica che il vecchio santone Van Gaal (che continua a preferire Timber a De Ligt) impartisce a Berhalter. Gioca meglio l’Olanda rispetto al girone di qualificazione, aspetta sorniona l’inutile tentativo degli inesperti avversari di trovare sbocchi e poi colpisce implacabile in contropiede. Tre le colonne degli europei: il ’ministrò della difesa Van Dijk, il regista ispirato De Jong e il goleador Depay, recuperato dopo un lungo infortunio. Un bel riscatto per i due giocatori che nel Barcellona trovano poco spazio all’ombra di Busquets e Lewandowski. Ma il grande protagonista è Denzel Dumfries, che procura due assist in fotocopia, salva sulla linea un gol e poi realizza il 3-1. Per l’interista è una giornata trionfale che si spiega anche con le ingenuità degli avversari, ma soprattutto con la sua costante crescita. Resta a secco Gakpo, che aveva segnato nelle tre precedenti partite.

Gli Stati Uniti perdono la partita a scacchi che vede Val Gaal protagonista. Il regista Adams e i suoi scudieri McKennie e Musah vengono neutralizzati e non trovano sbocchi anche perché gli esterni Dest e Robinson dopo un buon inizio vengono bloccati da Dumfries e Blind. I due gioielli Weah e Pulisic hanno qualche spunto, ma dalle parti di Van Dijk non si passa. Il portiere Turner contiene i danni con interventi pregevoli. George Weah sperava di festeggiare in tribuna una prodezza del figlio Timothy, ma il padre felice è Danny Blind, collaboratore di Van Gaal, che dalla panchina vede Deal protagonista con una buona prestazione e il gol del raddoppio. Gli Stati Uniti nel calcio sono il nuovo che avanza, ma i marpioni olandesi hanno acume ed esperienza da vendere. L’avvio è a stelle e strisce, il giovane team di Berhalter vuole far valere dinamismo, qualità ed entusiasmo, l’occasione arriva al 2’ per un rimpallo che favorisce Pulisic, ma Noppert riesce a ipnotizzarlo. L’Olanda studia i rivali, fa contenimento, ma al primo affondo passa: al 10’ azione veloce contropiede, Gakpo apre a Dumfries, centro basso su cui si avventa al volo Memphis Depay trovando l’angolino. Gli Stati Uniti perdono fiducia e smalto e si fanno irretire dalla ragnatela tattica degli olandesi. Dopo mezz’ora si rianimano, al 42’ spunto di rilievo di Weah, con tiro respinto, poi al 44’ Dest sbuccia il pallone in area. E l’Olanda non perdona gli errori: al 45’ Dumfries crossa basso al centro, stavolta arriva Blind a firmare il raddoppio. Entrano Koopmeinester e Bergwijn e gli Usa trovano una ghiotta occasione al 4’ che Ream spreca malamente.

L’Olanda è in controllo e sembra in grado di poter triplicare, ma i cambi di Berthalter gasano gli statunitensi. Escono Weah e McKennie, entrano Aaranson e Whrigt. Ed è proprio l’attaccante che si rende pericoloso, anche perché gli europei commettono degli errori. Al 29’ Whrigt si invola sulla destra e batte a rete, salva Dumfries sulla linea. AL 31’ su cross di Pulisic l’attaccante devia di destro in modo rocambolesco, il pallone si impenna e beffa Noppert. Ci pensa sempre Dumfries a mettere il sigillo alla partita. Al 36’ errore in fase difensiva degli Usa che fanno crossare Blind senza ostacolo: l’interista è solo e mette la sua firma sulla qualificazione dell’Olanda ai quarti di finale.

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