L’Atalanta riprende la sua marcia regolando l’Empoli e seminando la Lazio che frana inopinatamente in casa con la Salernitana, mentre il Napoli fa perdere le sue tracce e il Torino in serata stende il Milan. La serie A fornisce verdetti sempre più nitidi: la macchina da gol di Spalletti ha fatto 13 e ora mette nel mirino Liverpool e la stessa Atalanta, avversari prestigiosi per una settimana che potrebbe lasciare una traccia indelebile di record e di presagi. Gasperini festeggia la quinta vittoria in trasferta in sei gare contro un Empoli deludente. Per Sarri invece è una domenica bestiale: l’ex Candreva e il romanista Fazio disegnano una vittoria memorabile dei campani. La Lazio perde anche l’imbattibilità della sua porta dopo 5 gare e Milinkovic-Savic (ammonito) per il derby.
Continua la fase di ripiegamento dell’Udinese che non vince da cinque partite (Coppa Italia compresa) e si lascia imporre il pari dalla Cremonese che rimane ultima. Torna al successo (il primo in trasferta) la Fiorentina che si impone alla fine con Cabral nel derby di Italiano quando lo Spezia rimane in dieci. La classifica ora è ben delineata: 50 gol in stagione, le firme ormai abituali di Osimhen e Kavara fanno ala ai trionfi del Napoli che comincia a fare terra bruciata dietro di sè. Ma, in attesa del posticipo di domani della Roma, tornano a farsi minacciose l’Inter e la Juve, alla quarta e terza vittoria consecutiva. Meglio l’Inter, protagonista in Champions, che ha un organico valido, col recupero anche di Lukaku, per tornare subito competitiva. La Juve fa fatica a smaltire il fallimento Champions, deve recuperare Pogba e Chiesa, ma l’entusiasmo dei giovani rende meno amaro questa fase della carriera di Allegri. Arrivare tra le prime quattro è alla portata della Juve, ma non sarà facile.
La Lazio ricorda Vincenzo Paparelli, a 43 anni dal razzo killer nel derby, ma si capisce subito che con la Salernitana non sarà una passeggiata. La Lazio attacca senza la solita leggerezza, ma passa col suo uomo più in forma, Zaccagni, poi Pedro accarezza il palo. Ma nella ripresa la Salernitana cresce: Candreva pennella un pallonetto stupendo, Fazio buca la difesa. Sarri arruola il diffidato Milinkovic-Savic che viene fiscalmente ammonito e si gioca il derby. Nervosismo contagioso fra i laziali che si mangiano il pari con Zaccagni e Vecino, e in contropiede Dia in scivolata (poi sbatte sul palo) sigla il sorprendente 3-1 su cross di Bradaric. Un incidente di percorso senza strascichi. L’Atalanta di Gasp archivia il netto ko con la Lazio disponendo con facilità di un inconcludente Empoli. Gasp non risente neanche dell’assenza di Muriel e di De Roon, egregiamente sostituito da Pasalic, con Koopmeiners dedito alla rifinitura. Ma è il gioco, stavolta continuo e ficcante, a fare la differenza. Apre Hatoboer e chiude il sempre più importante Lookman. In mezzo c’è anche un errore dal dischetto di Koopmeiners, con tiro deviato di piede da Vicario. Zapata mette nel suo motore altri 30’ e cerca la forma migliore. L’Empoli sembra un pò imballato e il suo attacco continua a latitare.
L’Udinese di Sottil sembra avere smarrito la rabbia e la carica che l’aveva portata in zona Champions. La stanchezza e un pò di appagamento hanno tolto smalto. La squadra presidia e costruisce, attacca sulle fasce, ma in zona gol non sfrutta alcune occasioni, in particolare Deulofeu. L’ottavo posto è ancora un risultato eccellente. La Cremonese cerca ancora la prima vittoria (nei campionati maggiore solo l’Elche, in Liga, è nelle stesse condizioni): la salvezza sembra difficile, ma i lombardi lottano e costruiscono, Alvini dovrebbe conservare la sua panchina. Scatto in avanti della Fiorentina che si allontana dalla zona salvezza vincendo alla Spezia in extremis. Vantaggio di Milenkovic e pari di Nzola. Occasioni per entrambe le squadre, buona gara di Ikonè e Kouame, ma la vittoria arriva coi liguri in dieci per il rosso a Nikolaou e sigillo di Cabral.
Reduce da quattro vittorie di fila in campionato, il Milan compie un pesante passaggio a vuoto sul campo del Torino, perdendo per 2-1. Colpo incredibile quello messo a segno dai granata, trascinati dalle reti firmate da Djidji e Miranchuk a distanza di un paio di minuti l’una dall’altra nel primo tempo: la squadra di Pioli, a cui non basta il gol pieno di polemiche di Messias, resta così ferma a 26 punti in classifica a -6 dalla vetta, mentre gli uomini di Juric, al secondo successo di fila, salgono a quota 17.
I rossoneri partono con il piede pigiato sull'acceleratore e in sei minuti creano due incredibili palle gol sull'asse Diaz-Leao, con lo spagnolo a mettere entrambe le volte il compagno a tu per tu con Milinkovic, graziato dal portoghese insolitamente sciupone. Il primo squillo dei granata arriva invece al 19', quando Pellegri indirizza un destro potente sul primo palo respinto in corner da Tatarusanu. Resiste il grande equilibrio sul terreno di gioco, poi una volta superata la mezz'ora, con due fiammate improvvise, il Toro incorna il diavolo due volte in pochi istanti: al 35' sblocca Djidji con un colpo di testa su punizione di Lazaro, al 37' raddoppia Miranchuk con un diagonale mancino mortifero per Tatarusanu. Al rientro dagli spogliatoi Pioli prova subito a mischiare le carte in tavola, inserendo Rebic, De Ketelaere e Dest al posto di Leao, Diaz e Kalulu, ma grandi risultati non se ne vedono. Solo al 67' il Milan trova l’episodio per rimettere tutto in discussione, con la rete molto discussa di Messias: il brasiliano si libera con una presunta spinta dalla pressione di Buongiorno, Milinkovic esce a vuoto e il calciatore rossonero mette dentro a porta vuota il 2-1. Juric chiama a gran voce l’intervento del Var, che però non ravvisa il fallo e lascia correre, così il tecnico dei granata perde le staffe e rimedia anche un’espulsione. Nel finale gli ospiti caricano a testa bassa per andare a caccia del disperato gol del pareggio, ma il Toro si difende con unghie, denti e cuore mettendosi in tasca 3 punti pesantissimi.
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