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La Roma cade dall'altalena: 3-2 per il Venezia. Mourinho, ora è crisi

Il Venezia festeggia, Mourinho vede la crisi. Il 3-2 col quale la squadra di casa infiamma il Penzo e mette al tappeto la Roma è un’altalena di emozioni, alla fine della quali i giallorossi tornano a casa con la seconda sconfitta di seguito, la quinta in campionato, e la certezza che al netto delle polemiche arbitrali la cura Mou non è stata una bacchetta magica ai problemi.

Che il ritorno in Italia dello Special One non potesse essere un replay degli splendidi anni nerazzurri era nelle cose, ma a questo punto della stagione il dubbio legittimo è che il valore aggiunto atteso non ci sia più. È l’esito di una partita strana, in cui il Venezia ha subito graffiato con Caldara, la Roma ha ribaltato il risultato alla fine del primo tempo, poi ha sfiorato il 3-1 ma è affondata sotto i colpi della velocità e della verve del Venezia, con la complicità del rigore del 2-2 che farà molto discutere.

Pronti via, è gol a freddo di Caldara, che spunta in mezzo a Cristante e Mancini in seguito a una punizione di Aramu. La Roma, rivoluzionata da Mourinho che schiera la difesa a tre, esclude Mijtaryan e Zaniolo affiancando Shomurodov ad Abraham. La mossa d’attacco sembra anche indovinata, la Roma prende in mano il gioco ma trova pochi sbocchi, rischiando su un contropiede di Okereke e cogliendo un palo con Abraham. Ma Shomurodov, allo scadere, regala prima il pareggio e poi l'assist per il gol di Abraham. Un cross dalla sinistra a centro area imbecca l’inglese, Romero contende la palla a Pellegrini, arriva l’uzbeko che fa 1-1; poi nel recupero ancora un cross dalla sinistra imbecca Abraham bravo a metterla giù di petto, saltare Ceccaroni e fulminare Romero incrociando, per il vantaggio giallorosso.

Il secondo tempo parte di marca romana, con i primi dieci minuti a favore dei giallorossi, ma prima El Shaarawy spreca a botta sicura, poi Abraham si vede respingere sulla linea il possibile 3-1.

Il Venezia cambia modulo, gli ingressi di Sjgurdson prima e poi di Modolo mandano in difficoltà per un po’ la Roma, e il pari arriva al 20' su rigore: il contatto tra Cristante e Caldara rientra nella categoria dei «rigorini», Aureliano decide di concederlo. E Aramu non lo sbaglia, tirando a fil di palo la palla del 2-2.

Ma non è finita qui, per la Roma. Nasce da un lancio nello spazio vuoto della difesa giallorossa il pallone del 3-2: Okereke è ottimamente innescato da Ampadu con un filtrante che fa partire in velocità la punta lagunare, Mancini non chiude sperando nel fuorigioco che non c'è, l’attaccante è abile nel freddare Rui Patricio dopo un doppio passo. Le emozioni non sono finite, Rui Patricio salva due volte su angolo (la prima deviando sulla traversa), il subentrato Henry sfiora il quarto gol con un destro al volo che si stampa ancora sulla traversa. Quanto alla Roma, assedio finale con Zaniolo e Borja Mayoral buttati nella mischia, due occasioni d’oro per Abrhama che sfiora il palo e Perez deviato in angolo, ma niente più. Finisce 3-2, si apre la crisi della Roma di Mourinho.

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