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Sicilia, isola senza infrastrutture

Egregio Direttore
Vorrei porre l’attenzione dei lettori su un fatto che è visibile agli occhi di tutti, cioè la carenza di infrastrutture in Sicilia.
Siamo ormai abituati a sentire spesso i nostri politici ostentare cifre e parole con eloquenza subliminale sul loro operato, raccontandoci di svolte epocali, opere pubbliche e tagli alla politica, in una forma così perfetta, che sembrerebbe immaginare la nostra regione fra le più prosperose d’Italia. Ma sta di fatto che guardandoci intorno è sempre più evidente la carenza di servizi, di eterne opere pubbliche incompiute, per non parlare del crescente disagio sociale e lavorativo a cui i nostri governanti ci stanno portando con le loro politiche appariscenti e vuote di significato. Sicuramente i finanziamenti europei arrivano nelle casse regionali, pronti per essere investiti e per ridare slancio e lustro alla nostra economia ridotta sul baratro, ma chissà per quale motivo questi soldi molte volte non vengono spesi, o spesi male, e spesso ritornano al mittente senza che il cittadino in realtà sappia il vero motivo di tanti fondi stanziati, per poi non farne nulla. Come se da noi i treni, le strade, le scuole,ospedali, l’agricoltura, solo per citarne alcuni, siano strutture che non abbiano bisogno di conformarsi al mondo moderno, anzi per chi ci governa sembrano essere state create dai migliori designer, e che tutto sia quasi perfetto, invidiato addirittura dal resto del mondo.
Da comune cittadino capisco che i problemi ereditati e le politiche di malaffare ci hanno portato nella situazione disastrosa in cui siamo, ma non credo che ci voglia un premio Nobel per poter dare respiro e competitività all’economia siciliana, forse bisognerebbe solo avere buona volontà e tanta serietà da parte dei nostri governanti, non come quella che mettono falsamente in mostra durante la campagna elettorale, con tanti buoni propositi, dove tutto sembra facile e risolvibile in poco tempo, ma che per uno strano scherzo del destino all’indomani della loro elezione tutto diventa improvvisamente impossibile, tranne il loro stipendio da onorevoli e la partecipazione non straordinaria alle spartizioni di potere. Continuando così e con qualsiasi classe dirigente anche futura, che sarà sicuramente riciclata, saremo considerati solo un fanalino di coda, portando la nostra splendida terra piena di ricchezza e risorse ad una forma di suicidio assistito, materiale e morale, che il buon Dio li illumini.
Gaetano Emanuele, Catania

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