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A rischio il fish&chips: tutta colpa dei mari più caldi

ROMA. Alcuni pesci popolari del Mare del Nord come la platessa, la sogliola limanda e l'eglefino, che insieme al merluzzo è alla base del fish&chips tipico della cucina britannica, nei prossimi decenni potrebbero essere meno presenti sulle tavole a causa del cambiamento climatico, che sta surriscaldando il Mare del Nord e riducendo l'habitat ideale di queste specie. A dirlo è uno studio delle università inglesi di Exeter e Bristol, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.

La distribuzione dei pesci dipende dalla temperatura delle acque e alcune specie possono prosperare solo in determinati habitat e profondità, spiegano i ricercatori. Negli ultimi 40 anni il Mare del Nord si è scaldato quattro volte più velocemente della media globale, e nel corso di questo secolo si prevede che il termometro salirà ancora. A quel punto le specie avranno scarse capacità di muoversi verso nord in cerca di acque più fredde, perché mancano habitat con profondità adeguate. Ciò comporterà una minore abbondanza di alcuni pesci in mare e, di conseguenza, a tavola.

"Nei prossimi decenni vedremo un vero e proprio cambio della guardia", avverte Steve Simpson dell'università di Exeter. "Le specie d'acqua fredda saranno 'fatte fuori', con pesci d'acque più calde che probabilmente prenderanno il loro posto. Per la pesca sostenibile nel Regno Unito, abbiamo bisogno di andare oltre l'eglefino con patatine e di guardare al Sud Europa per la nostra ispirazione gastronomica".

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