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Dopo l'Ebola in Africa scoppia una epidemia di morbillo

Gli studiosi hanno analizzato la situazione in Guinea, Liberia e Sierra Leone, dove la diffusione dell'Ebola è stata più intensa, e hanno riscontrato una potenziale epidemia di morbillo in queste nazioni

 ROMA. L'epidemia di ebola, che da dicembre 2013 ha colpito l'Africa occidentale, potrebbe aver spianato la strada a un killer più familiare che può mettere a rischio migliaia di altre vite: il morbillo. La chiusura di alcune cliniche e ospedali o la loro destinazione esclusiva alla cura dell'ebola in seguito alla diffusione dell'epidemia e l'allontanamento di molte persone per evitare di contrarre il virus ha portato infatti alla riduzione di alcune procedure di routine, come la vaccinazione contro il morbillo, con conseguenze potenzialmente gravi.

È quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Science dai ricercatori della Princeton University e della Johns Hopkins University.  Gli studiosi hanno analizzato la situazione in Guinea, Liberia e Sierra Leone, dove l'epidemia di Ebola è stata più intensa ed è ancora attiva: hanno riscontrato che una potenziale epidemia di morbillo in queste nazioni potrebbe tradursi in un numero variabile da 2.000 a 16.000 morti ulteriori, dopo 18 mesi di interruzione della normale attività del sistema sanitario.

Prima di ebola, e dopo le campagne di vaccinazione, tutti e tre i paesi nel periodo 2004-2013 avevano riportato in totale solo 6.937 casi di morbillo. «Il rapporto vuole ribadire l'importanza della vaccinazione e incoraggiare governi e organizzazioni sanitarie a promuoverla», ha spiegato uno degli autori, Saki Takahashi.

«Nel momento in cui la minaccia di ebola comincia a retrocedere c'è il potenziale per altre epidemie di malattie infettive» ha evidenziato, spiegando che vi è anche la riduzione delle vaccinazioni di polio, l'indisponibilità di trattamenti per l'Aids e la malaria e una diminuzione della cure prenatali.

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