Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Rischio di infarto, ecco come prevederlo

Esaminati campioni di sangue raccolti da oltre 3600 individui il cui stato di salute è stato poi monitorato e tenuto sotto osservazione per i 10 anni successivi

ROMA. Con un prelievo di sangue si potrà un giorno predire con largo anticipo se un individuo rischia di andare incontro ad un infarto in futuro. Infatti, in una ricerca pubblicata sulla rivista Plos Genetics è stato scoperto un composto (una molecola di grasso chiamata monogliceride) presente nel plasma di individui destinati ad ammalarsi della cosiddetta patologia delle arterie coronarie, ovvero i vasi sanguigni che circondano il cuore e che gli portano l'ossigeno. La malattia delle coronarie è direttamente collegata al rischio individuale di infarto perché se uno di questi vasi si rompe, collassa o viene ostruito dalla rottura di una placca di arteriosclerosi il risultato è l'infarto del miocardio, che altro non è che il 'soffocamento' di quella porzione di cuore non più normalmente irrorata dalvaso.

Il lavoro - da ritenersi ampiamente attendibile in quanto è stato condotto su varie popolazioni di persone arrivando sempre allo stesso risultato - è stato condotto dalla università di Uppsala in Svezia, l'istituto Karolinska di Stoccolma e la Colorado State University. Diretti da Erik Ingelsson, gli esperti hanno esaminato campioni di sangue raccolti da oltre 3600 individui il cui stato di salute è stato poi monitorato e tenuto sotto osservazione per i 10 anni successivi. Il sangue di ciascuno è stato passato al setaccio con modernissime e sofisticate tecniche di medicina molecolare ed è stata catalogata una lunga lista di molecole (metaboliti) in esso presenti.

Gli esperti hanno identificato in tre gruppi di popolazioni due molecole di grasso che riducono il rischio di sviluppare malattia delle arterie coronariche (lisofosfatidilcolina e sfingomielina). Poi hanno isolato una terza molecola, un
monogliceride (a sua volta un grasso), associata, al contrario, a un maggior rischio di malattia coronariche favorenti l'infarto. Lo stesso risultato è stato ottenuto su diversi campioni di popolazione, a dimostrazione che si tratta di un risultato solido.

I metaboliti grassi isolati nel sangue potrebbero in futuro rivelarsi utili per stimare il rischio individuale di malattia cardiovascolare con un semplice prelievo di plasma. Attualmente sono altresì in corso esperimenti su animali per verificare se esista un vero e proprio ruolo causale da parte di questi metaboliti nello sviluppo della malattia cardiovascolare e quindi nel rischio di infarto. Se confermati, questi risultati potrebbero condurre anche allo sviluppo di nuovi bersagli terapeutici anti-infarto.

Caricamento commenti

Commenta la notizia