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Fare la spesa? Un ottimo esercizio per la mente degli anziani

Migliora la memoria, e aumenta le risorse mentali dedicate

ROMA. Fare la spesa è un ottimo esercizio per la mente degli anziani, specie se si va a caccia dell'offerta migliore. Infatti uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience mostra che la memoria delle persone anziane, e più in generale la loro potenza cerebrale, sono migliorate dall''esercizio' di fare la spesa e scegliere il prodotto più economico.

Svolta presso la Duke University di Durham, la ricerca svela anche che per far fronte al carico di lavoro non indifferente da sostenere per scegliere tra mille prodotti analoghi sugli scaffali, gli anziani ricorrono all'utilizzo di un'area cerebrale (la corteccia prefrontale ventromediale) non attivata nel cervello di giovani alle prese con lo stesso compito.

Significa che fare la spesa allena l'anziano a sfruttare meglio le proprie risorse mentali. Fare spesa, specie nei grandi ipermercati che pullulano di prodotti e offerte, non è sempre facile e richiede un grosso sforzo di memoria, specie se l'obiettivo è risparmiare. Gli esperti Usa hanno condotto un simpatico esperimento: due gruppi di volontari (22 70enni e 20 25enni) dovevano fare una 'spesa virtuale' scegliendo tra tantissimi prodotti sullo schermo di un pc. L'obiettivo era mettere nel carrello le offerte migliori. Durante la spesa il cervello dei partecipanti è stato analizzato con la risonanza magnetica. Giovani e anziani sono risultati altrettanto capaci di fare una buona spesa parsimoniosa.

Ma è emerso che gli anziani, via via che il compito si fa più difficile, dedicano maggiori risorse mentali per operare le scelte migliori. In particolare gli anziani mettono in attività un'area neurale normalmente utilizzata per altro, la corteccia prefrontale ventromediale. Più aumenta l'attività di quest'area, meglio l'anziano assolve al suo compito di spesa. Conclusione: fare la spesa può essere un buon esercizio per rinforzare memoria e potere decisionale nell'anziano aiutandolo a reclutare nuove risorse cognitive altrimenti inutilizzate.

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