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Un quarto dell'alimentazione mondiale si basa su 12 specie agricole

Lo sottolinea Stefano Padulosi, ricercatore dell'istituto Bioversity International, intervenendo all'XI Forum dell'Informazione per la Salvaguardia della Natura organizzato da Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli

ROMA. Un quarto dell'alimentazione mondiale si basa su 12 specie agricole. Lo sottolinea Stefano Padulosi, ricercatore dell'istituto Bioversity International, intervenendo all'XI Forum dell'Informazione per la Salvaguardia della Natura organizzato da Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli. Il rischio? La perdita di specie che meglio si adattano ai diversi ecosistemi e la standardizzazione di gusti.

«Nel mondo possiamo contare su 250mila specie vegetali conosciute, 7000 delle quali selezionate nel corso del tempo dagli agricoltori di tutto il globo. Eppure, oggi se ne utilizzano solo una manciata - rileva Padulosi -. Il 75% del fabbisogno alimentare mondiale è basato solo su 12 tipi di raccolti agricoli e 5 specie animali».  «L'uso di un numero sempre più ridotto di specie agricole - spiega Padulosi - è funzionale agli interessi del modello agricolo dominante e produce una standardizzazione dei gusti e una perdita di biodiversità genetica e culturale».

Il problema non è di poco conto perchè, connesso con la tutela delle diverse specie agricole, c'è la possibilità di garantire alle popolazioni mondiali alimenti «di grande valore nutrizionale e culturale che tra l'altro si adattano meglio ai diversi climi ed ecosistemi».

E quindi richiedono meno attenzione e un minore ricorso a prodotti chimici. «Sostenere gli agricoltori che mantengono tale diversità agricola attraverso il proprio lavoro nei loro campi - prosegue Padulosi - è quindi interesse dell'intera comunità internazionale. Così come è utile rafforzare il ruolo delle banche genetiche, che permettono di conservare le specie salvandole dall'estinzione».

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