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A Giarre la prima biennale dedicata al paesaggio mediterraneo

Oltre 35 mila persone, tra cui 5 mila bambini, provenienti da 20 paesi diversi, più di 30 eventi, 14 giardini e 4 installazioni, creati utilizzando 2.500 piante ed essenze, oltre 100 chilogrammi di verdure biologiche prodotte nell'orto della dieta mediterranea: sono questi alcuni dei numeri della seconda edizione del Radicepura Garden Festival, la prima biennale dedicata al paesaggio mediterraneo tenutasi a Giarre, nel Catanese.

Per 183 giorni (dal 27 aprile al 27 ottobre), il parco botanico, incastonato tra l’Etna e il Mar Ionio, ha ospitato grandi protagonisti del paesaggismo internazionale ed iniziative di vario respiro.

«Un lungo percorso che ci fa essere entusiasti del festival appena terminato, ricco di diversi momenti di incontro e confronto - sottolinea Mario Faro, ideatore di Radicepura Garden Festival -. Per cominciare, il successo della Call for Ideas che ha riunito oltre 150 progetti, provenienti da più di 20 paesi, dando vita ai giardini in esposizione durante quest’edizione. Tanti, inoltre, gli eventi culturali tra cui i 4 workshop tenuti da grandi protagonisti del settore quali James Basson, Clive Nichols, Sarah Eberle e Antonio Perazzi. E poi, ancora, la prima Summer School, organizzata in collaborazione con l’Università e la Scuola Superiore di Catania, la rassegna cinematografica “Garden in Movies & Short FilmFest e il festival musicale internazionale “Ricci Weekender”, con il contributo di Gilles Peterson».

Un’edizione ricca di eventi e di pubblico. «Il dato più evidente - continua Faro - è un incremento di partecipazione del 30% rispetto alla prima edizione, con una crescita soprattutto dei visitatori locali. Siamo felici di aver ospitato tantissimi siciliani che hanno voluto trascorrere una giornata all'aria aperta e di cultura presso il nostro parco».

L’isola del resto è stata scelta, fin dalla prima edizione, per fare da cornice alla manifestazione. «La cura del paesaggio va incrementata nei paesi del Mediterraneo, la nostra è una sfida culturale - conferma l’ideatore di Radicepura -. Il nostro obiettivo, in particolare, è quello di restituire alla Sicilia e al nostro territorio un ruolo importante nel diffondere una cultura del paesaggio mediterraneo, rendendo il festival un incubatore sociale, turistico ed economico capace di attrarre nomi internazionali, artisti e soprattutto visitatori sempre più attenti e desiderosi di vivere esperienze autentiche e significative».

Non solo green designer. L'edizione 2019 ha sancito l’impegno della Fondazione Radicepura, promotrice del festival, a favore di alcuni importanti enti benefici. Da quest’anno, ad esempio, parte il sostegno alla Fondazione IEO-CCM (Istituto Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino), alla quale sono stati devoluti parte dei ricavati dell’evento conclusivo del festival, sancendo una nuova collaborazione che prevedrà diversi eventi di charity a loro dedicati durante il corso dei prossimi due anni.

In attesa dell’edizione 2021, però, i giardini produttivi continueranno ad essere visitabili su prenotazione. Maggiori informazioni e aggiornamenti sono disponibili sul sito www.radicepurafestival.com.

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