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Mattarella: "L'immagine straziante del piccolo Aylan contro i valori dell'Europa"

«Dalle crisi non si esce con le ricette del passato»

CERNOBBIO. «La logica dell'emergenza rende l'Europa più debole». «Le crisi non devono parallizzarci. L'Europa si è fatta nelle crisi ed è attraverso le crisi che statisti illuminati hanno saputo perseguire obiettivi di crescita». «Dalle crisi non si esce con le ricette del passato». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un videomessaggio.

«L'immagine straziante del piccolo Aylan confligge con i valori dell'Europa e con il senso stesso di umanità». Lo sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando della crisi delle migrazioni. «Chiusure illusorie smentiscono i valori della nostra civiltà» aggiunge. «Servono regole comuni sul diritto d'asilo per superare con regole nuove e condivise l'accordo di Dublino». Lo indica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento in videoconferenza al forum Ambrosetti.

«È un'illusione immaginare che sospendere le regole di Schengen, o dare vita a un loro ambito di serie A o di serie B, possa garantire ad una parte d'Europa la sicurezza se è minacciata», ha proseguito Mattarella. «Il tentativo di chiusura delle proprie frontiere - ha ripreso - si sta rilevando, come era inevitabile, illusorio, a fronte delle dimensioni dei frutti migratori. Si tratta di un fenomeno di portata inedita con la prospettiva di flussi sempre più imponenti senza adeguate risposte strategiche. Ed è per questo che alcuni paesi fondatori in questi giorni hanno richiamato l'intera Unione ad assumere un'azione comune ed efficace».

«Al centro dei lavori è stata posta l'agenda per l'Europa - afferma Mattarella rivolgendosi, in videoconferenza, ai partecipanti del Forum Ambrosetti -. Io
credo che questa agenda sarà tanto più efficace quanto più eviterà di limitarsi a una lista di emergenze. La logica emergenziale sta rendendo l'Europa più debole, più insicuri i suoi cittadini e produce diffidenze degli stati membri».

«Occorre al contrario una visione di lungo periodo adeguata e occorre la consapevolezza del destino comune. La sconfitta, la paura e il senso della comunanza degli interessi deve tornare ad essere la base della strategia continentale. Le crisi non devono paralizzarci. L'Europa si è fatta delle crisi e attraverso le crisi che statisti illuminati hanno saputo intravedere e perseguire obiettivi di crescita».

«L'Europa si trova nel pieno di un passaggio storico» riprende il capo della Stato e indica poi «due questioni cruciali rispetto alle quali avvertiamo che l'azione dell'Europa oggi manca di efficacia. Lo avvertiamo nelle carenze della governance economica in questi anni. Lo avvertiamo di fronte alle tragedie spaventose di profughi e migranti purtroppo sempre più frequenti. Sul primo versante - spiega - la carenza di governance incrementa le disparità interne all'Unione, ostacola la promozione della crescita, impedisce all'Europa di giocare un ruolo nelle crisi globali. In fondo l'abbiamo visto da recente
quando è arrivato qui il vento delle Borse cinesi. Vi è un filo che lega le nostre impotenze ai nostri egoismi particolari. Questi precludono all'Unione la possibilità di giocare un ruolo di equilibrio autorevole e incisivo nello scenario globale».

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