Nell'antichità, dal neolitico in poi, il grano ha percorso delle vie a molti ancor oggi sconosciute. Non si tratta infatti di una pianta autoctona siciliana in quanto vi è arrivata dal Medio Oriente e dall'Egitto. Cinquanta le varietà sinora censite dagli studiosi delle quali si sta cercando di ricostruire il percorso fatto grazie al progetto «Rotta dei Grani», promosso dalla Regione Siciliana e che vede la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali del Mare. Obiettivo di tutto questo è quello di conoscere la provenienza di questi grani, il percorso temporale e spaziale avvenuto nei secoli attraverso un lavoro multidisciplinare che sta vedendo impegnati biologi ed archeologi. Le popolazioni in passato erano costrette a fare lunghe transumanze ed in questi spostamenti portavano con sé anche il grano. In Sicilia, a diverse altitudini, ha trovato l'ambiente pedoclimatico ideale ed è così che si è sviluppata un'agricoltura fondata sul grano, produzione dalla quale si poteva ottenere la paglia, vera energia di quei tempi con cui si alimentavano gli animali, mezzi di lavoro e di spostamento. Un agricoltura che nel corso degli anni è stata davvero fondamentale per lo sviluppo di tutta la Regione. Il grano, dunque, è la storia della Sicilia, grande concentrato di biodiversità: racchiude la storia della trasformazione del paesaggio siciliano, attorno ad esso ruota la storia dell'economia dell'isola ed è per questo che si è dato vita al progetto di recupero delle rotte del grano il quale sarà presentato a Milano in occasione di Expò 2015. G.B.
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