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Con il «Parkour» nessun ostacolo della città è insuperabile

PALERMO. Un ottimo modo per prepararsi a diventare uno stuntman è quella di praticare il parkour una durissima disciplina fisica di origine francese. È l'arte dello spostarsi da un luogo ad un altro superando le architetture urbane. Si saltano, quindi, gli ostacoli naturali che si incontrano nella città. Tale movimento avviene sotto forma di corsa, salto, arrampicata ed altre tecniche complesse; il fine ultimo nella pratica del parkour è di poter adattare il proprio movimento in ogni situazione o scenario in modo tale che gli ostacoli possano essere superati con la propria abilità. Alcuni la considerano come una combinazione delle due, riconoscendo similarità tra il parkour e le tecniche da stuntman o le tecniche del più famoso Jackie Chan, dove gli inseguimenti ed i combattimenti erano ambientati in aree urbane o industriali. Altri ancora vedono il parkour come una forma d'arte connessa alla danza: una maniera di condensare il movimento nella sua forma più bella. Il parkour è spesso connesso con l'idea di libertà, nella forma di superare le architetture che ci circondano e che tendono a confinarci - ad esempio ferrovie, scale, muri. La pratica del parkour richiede una considerevole dedizione fisica e mentale e molti praticanti lo descrivono come un «modo di vita». Curiosamente è una disciplina che in Italia ha visto la Sicilia come una delle regioni principali per il suo sviluppo. Nell’Isola esistono cinque «gruppi»: a Palermo, a Catania, ad Agrigento, a Sciacca e Messina. Per contatti ed informazioni esiste una pagina Facebook, Gruppo Siciliano Parkour/Freerunning.
L.ANS.

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