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Sanremo 2014, ecco tutti i big in gara

SANREMO. Ieri in un tweet Fabio Fazio per  parlare del cast di Sanremo 2014 ha rispolverato l'aggettivo  «contemporaneo», già usato, a ragione, per parlare dell'edizione  dell'anno scorso. E oggi lo ha ribadito in diretta al Tg1,  parlando di scelte «non televisive», ma che rispettano «il senso  della musica di oggi». A guardare la lista dei nomi si può dire  che è stato prudente: oltre che contemporaneo, il cast è  coraggioso, aperto, completo, senza concessioni alla popolarità  da televoto.     


A colpire di più è l'accoppiata Raphael Gualazzi-Bloody  Beetroots che sono conosciutissimi all'estero e nei festival  europei di musica elettronica sono delle star da migliaia di  persone. È il progetto di Sir Bob Cornelius Rifo, dj e  produttore di Bassano del Grappa. Una combinazione stimolante  con le venature jazz di Gualazzi che segna una distanza siderale  dalla classicità sanremese.   Anche la scelta dei Perturbazione, senza discussione una  delle rock band più interessanti degli ultimi anni, è un bel  segnale di aggiornamento così come l'apertura al mondo dell'hip  hop, diventata ormai una necessità, visto che, piaccia o no,  questa è la musica che ascoltano le nuove generazioni (e non  solo). A garantire sull'intelligenza del prodotto è il nome  scelto, Frankie Hi-Nrg, il patriarca dell'hip hop italiano.   Riccardo Sinigallia, ex Tiromancino, e Francesco Sarcina, ex  Vibrazioni, confermano una vocazione indie di un festival che in  realtà copre in modo organico tutta l'offerta musicale, così  come dovrebbe essere naturale per la più importante rassegna di  canzoni italiana.     


Ci sono tre vincitori di Sanremo come Ron, Francesco Renga e  Antonella Ruggiero, un personaggio legato alla canzone d'autore  come Cristiano De Andrè, Noemi, ormai affermata interprete di  qualità, due personaggi in cerca di una nuova identità come  Arisa e Giusy Ferreri, un talento emergente come Renzo Rubino,  promosso tra i Big dopo la felice esperienza tra i Giovani dello  scorso anno e un cultore del reggae e del soul in chiave pop  come Giuliano Palma. È evidente che ogni approfondimento debba essere rimandato  all'ascolto delle canzoni e che molto dipenderà da quale dei due  brani di ciascun concorrente verrà selezionato (l'anno scorso  c'è stata qualche dolorosa esclusione).  Il festival della passata edizione ha dimostrato comunque che  quando la struttura del programma è forte Sanremo può  permettersi di aprirsi al mondo: lo dimostra il successo  clamoroso di Anthony and The Johnson e di Asaf Avidan.      


Proprio per questo è importante che sia stata colta  l'occasione per aprire definitivamente il cast alla musica  reale, anche prendendo dei rischi rispetto a un'idea, per dir  così, accademica di cosa sia «il pubblico di Sanremo». Questa è  la strada per avvicinare alla musica del festival la gente che  va ai concerti, frequenta i social, vive la musica e - non tutta  - paga la musica che ascolta.      Tanto poi a garantire la trasversalità ci pensano Fabio Fazio  e Luciana Littizzetto, la rievocazione dei 60 anni della tv e ci  penserà Raffaella Carrà che, c'è da scommetterci, lascerà la sua  impronta su questo Sanremo. 

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