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Bambole ma in carne e ossa, moda tra estetica e spiritualità

PALERMO. Si potrebbe anche cominciare a dire «pericolosa come una modella» a giudicare dalle performance «extra passerella» che queste signorine ben vestite riescono a portare alla ribalta mondiale. Più bella è la modella, più grande è la sua impresa. Heidi Klum e Tyra Banks, sono oggi due affermate produttrici televisive negli States, Carla Bruni è passata dalle sfilate milanesi all'Eliseo di Parigi, come primiere dame in Sarkozy. In Italia, Mara Carfagna, dopo qualche scatto, è approdata alla tv del mattino e poi, a stretto giro, ad una poltrona di ministro nei governi Berlusconi, ma a superarle tutte, almeno in fantasia, è la modella moldava Valeria Lukyanova, che ha fatto il suo boom mediatico nel 2012 come «Human Barbie», dando vita alla tendenza delle «bambole viventi», e che oggi prova a fondare una sua religione. Valeria, un mix tra chirurgia estetica, trucco e tanto atteggiamento proprio nei giorni scorsi, attraverso la presentazione del lungometraggio «Space Barbie», ha svelato di essere Amatue, un guru spirituale con la missione di spingere gli uomini all’abbandono della dimensione fisica per quella extracorporea, una sorta di agente di viaggio-astrale. «La mia perfezione estetica - ha precisato – è solo un mezzo per farmi pubblicità e fare ascoltare il mio messaggio».

Eppure la cura del fisico, nella sua filosofia, è un viatico per la divinità. Insomma tanta confusione di idee, in cui emerge solo o soprattutto il suo aspetto, perfetto e identico a quello della nota bambolina prodotta da più di 50 anni dalla Mattel. Una bellezza innaturale ed inespressiva ma ipnotica, che affolla il web con migliaia di scatti. Si parla di numerosi e costosi interventi di chirurgia estetica e di costole rimosse per ottenere il vitino da vespa, stretto 50 cm. Cosa che la stessa, tra un messaggio all’umanità e l’altro, ha smentito mostrando il piccolo busto nudo privo di cicatrici. E c’è anche chi attribuisce al fotoritocco i dettagli più deliziosi della sua linea.
Tra gli scettici si schiera Fabrizio Castagnetta, chirurgo estetico palermitano: «Ci sono cose di un corpo umano che non possono essere modificate fino a questo punto. Su una base di partenza ottima, la mano del chirurgo è evidente nei seni, in alcuni tratti del volto e per qualche liposuzione localizzata, ma l’aspetto innaturale della Lukyanova è attribuibile a trucco e al fotoritocco. Mi trasmette tristezza e dai suoi occhi freddi vedo la sua anima morta. Non sarei mai disponibile a collaborare ad un progetto di cambiamento estetico così drammatico ed artificiale».

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