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Se lo stile si fa capriccio: l’abito-gioiello di corallo

E' la richiesta rivolta nelle scorse settimane da una signora palermitana all’atelier di Sergio Abbate

PALERMO. Lo ha immaginato in sogno, fin nei più piccoli dettagli, per figurare al meglio ad un evento speciale, ha chiamato il suo stilista di fiducia e dopo poco più di un mese potrà indossarlo. È accaduto ad una signora della buona società palermitana che alcune settimane fa si è recata all'atelier dello stilista Sergio Abbate, a Palazzo Cattolica, a Palermo, con una richiesta speciale: un abito interamente realizzato in pasta di corallo. «Mi occupo di moda da circa 30 anni - racconta Abbate - e quando capitano clienti del genere chi fa il mio lavoro ritrova estro e creatività. La signora in questione, infatti, è una perfetta taglia quaranta, e sa apprezzare le cose semplici e di qualità. La classica donna che di giorno veste in modo sportivo, cachemire e calzoni, ma che di sera vuole splendidi abiti e tacchi alti e sottili. In questa occasione voleva indossare un gioiello su tutto il suo corpo. Non un inserto, non un accessorio, l'intero abito doveva essere prezioso. Qualche anno fa a Parigi avevo acquistato dei tagli di velluto di Mariano Fortuny ed un pizzo di cotone interamente ricamato di pasta di corallo. Ho pensato: È lui - esclama il designer -. La cliente ha confermato la mia scelta. La realizzazione è stata lunga e accurata, impeccabile nel taglio e nell'esecuzione. Abbiamo deciso insieme che fosse corto e la linea senza scollature profonde, né spacchi, né drappi. La difficoltà maggiore nella lavorazione - spiega - è stata incastonare tutto in modo che non si vedessero le cuciture e sembrasse un unico pezzo. Le pietre di corallo che abbiamo aggiunto nelle rimesse interne sono state rotte con il martelletto che si usa in gioielleria, ed il tessuto è stato doppiato con satin di due gradazioni più scure per spegnerlo un po'. Come accessori una baguette e delle scarpe decolleté in nabuk in tinta. Un piccolo «spencer» di velluto in satin la riscalderà se dovesse sentir freddo, anche se io mi auguro che i suoi, siano brividi di soddisfazione per il mio lavoro». Chissà se Abbate nella esecuzione del suo abito si sia lasciato affascinare dal precedente e raro esempio, di micro vestito a collana di corallo, realizzato dal compianto Gianfranco Ferrè, l'architetto della moda italiana, per la collezione primavera estate 2001, con effetto mozzafiato sul corpo di Naomi a Milano Collezioni, l'anno precedente. Non lo ha fatto per uso personale ma anche l'assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Franco Battiato è stato latore di una richiesta speciale ad uno stilista: un abito-scultura in carta tessile incordata e un abito destrutturato in impasto tessile, stavolta non di pasta di corallo, ma con polvere di pietra lavica. Ad indossarlo, la bella attrice catanese Tea Falco, nuova musa di Bernardo Bertolucci che l'ha voluta nel suo ultimo film «Io e te». L'occasione è stata il set del video «Testamento», brano del suo ultimo album «Apriti Sesamo», girato a Catania tra Palazzo Manganelli e l'Orto Botanico. Catanese è anche Marella Ferrara, la stilista che ha realizzato i costumi del videoclip diretto da Beniamino Catena, con una atmosfera rarefatta e onirica dove l'impalpabilità dei tessuti si accorda idealmente con l'intento artistico e le scenografie di Stefano Gambino, tra tulle, baldacchini e cuscini di piume.

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