PALERMO. Sono gelose delle loro tecniche di "induritura" le artiste dei gioielli in pizzo, non le specificano e si limitano ad escludere che siano l'amido e lo zucchero imparato alle scuole elementari. Sulla scelta del ricamo da usare per le proprie creazioni le posizioni convergono: sono la lavorazione al tombolo e soprattutto il pizzo chiacchierino ed il macramè le preferite.
Il chiacchierino ed il tombolo sono i più pregiati e duttili, per il fatto che nell'entroterra siciliano ci sono ancora artigiane capaci di realizzarli, consentendo così all'origine la scelta del filo, del suo spessore e della cromatura. Il macramè, oggi, invece è principalmente commerciale, si acquista al metraggio in merceria. Più economico quindi ma meno prezioso a meno che non si tratti di lavorazioni antiche ritrovate e rinnovate.
Il macramè prende il nome da un tipo di annodamento decorativo delle frange dei bordi dei tessuti che si fa risalire al XIII secolo ai tessitori arabi. Il chiacchierino è un tipo di merletto costruito con una serie di anelli, nodi e catene e caratteristici di questa tecnica sono i pippiolini, piccole sporgenze che formano elementi decorativi. In Inghilterra è noto col nome di "tatting" cioè parlare sottovoce fittamente. Di origine forse francese, già nel 1750 era noto col nome di frivolitè. MI. AV.
Il chiacchierino e il tombolo sono i più pregiati e duttili
Sono gelose delle loro tecniche di "induritura" le artiste dei gioielli in pizzo, non le specificano. Ma pizzo e macramè sono i ricami preferiti da tutte
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