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Emma: "La mia canzone mi ricorda i sacrifici della mia infanzia"

La cantante salentina: "Il testo che porto a Sanremo dà fiducia ai giovani. Anche io da piccola ho dovuto affrontare momenti difficili"

SANREMO. “Non è l’inferno” è Emma a dirlo. Ovvero a cantarlo. Una delle voci favorite della 62esima edizione del Festival di Sanremo, sorride quando le si fa la domanda sui dati dei bookmakers: “me lo dicevano anche l’anno scorso, ma per fortuna che ha vinto Vecchioni con una canzone meravigliosa”. Umile (come sempre) pensa solo a fare musica, quella vera (quella che si fa anche su palchi più piccoli di quello dell’Ariston), e a interpretare il testo scritto per lei da Kekko Silvestre dei Modà, con i quali spera di continuare anche in futuro la collaborazione artistica. Cosa rappresenta il Festival per lei? Un modo per divertirsi con tutta la leggerezza possibile. La sua grinta, anche se per vari motivi non è stata finora al massimo (molto meglio durante le prove), è da invidiare e la sua determinazione da imitare. Canta la crisi, Emma. Canta un problema sociale molto attuale. Lo fa suo, commuovendo quando racconta della sua infanzia. Ed ecco il duetto con Gary Go, il giovane musicista britannico che interpreterà con lei If paradise is half as nice, la versione inglese del celebre “Il paradiso” di Mogol-Battisti. “è una canzone che rappresenta la mia infanzia”, dice Emma. “Era il mio cavallo di battaglia quando ero una ragazzina.”




“Non è l’inferno”?
È un brano che posso cantare con tutta tranquillità e che sento mio. Parla attraverso il cuore di un uomo anziano di un momento sociale un po’ critico che stiamo attraversando e che colpisce soprattutto i giovani. Non è un nonno arrabbiato con il suo Paese, ma che dà fiducia ai giovani. Ho passato un’infanzia fatta di sacrifici, dove a portare lo stipendio a casa era solo mio padre. Dove i miei compagni vestivano firmati e io mi passavo i giubbini e le scarpe tra i cugini. So di quello che parlo. E oggi faccio tesoro di tutto ciò. Il mio mestiere, che a fatica mi sono conquistata, mi dà la possibilità di vivere, di esprimermi, di stare sul palco, di aiutare la mia famiglia e chi ha bisogno.



Come vedi i giovani oggi?
In Italia si parla spesso del marcio. Non sono d’accordo quando dicono che i giovani siano “mammoni”. Io credo che se avessero le possibilità andrebbero volentieri per la loro strada. Non credo che piaccia loro vivere senza una propria indipendenza. Un compagno ce l’ho e spero di diventare mamma. La nostra vita è procreare e lasciare un segno. Dare alla vita altra vita.

Il duetto con l’”amica” Alessandra Amoroso.
Con Amoroso riuscirete a vedere due ragazze che si emozionano. Condividiamo l’amore per la musica. E poi voglio accontentare il nostro pubblico “amico”. Canterò in duetto con lei perché siamo legati da un forte legame di amicizia. Il mio tour inizierà dopo la fine del serale di "Amici" a fine giugno. La musica è magia. Hendrix, Beatles, Rolling Stones, Vecchioni, De Gregori, Dalla, Zucchero, Subsonica e Sigur Ros, rappresentano un tipo di musica cui mi sento molto legata. La canzone che mi piace di più in assoluto è "Ritornerai" di Bruno Lauzi.

 Emma, “italiana nel mondo”?
L'esperienza oltreoceano voluta dalla mia casa discografica è stata importante. Ma preferisco l’Italia. Bisogna prima radicarsi bene nel proprio paese e poi andare all’estero. Devo crescere ancora tanto. Non lo escludo però per il mio futuro. Certe volte posso sembrare arrogante, ma è solo una corazza che indosso per difendermi. Le critiche? Mi fanno a volte male, ma le faccio scivolare perché sono a posto con la mia coscienza.

Il brano in gara al Festival è contenuto del repackaging del suo terzo album, Sarò libera, uscito su etichetta Universal Music il 15 febbraio.

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