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Sanremo, prima serata a ostacoli Celentano, sermone senza precedenti

Attacchi del molleggiato a preti e frati, ai giornali cattolici e alla Consulta. Si inceppa il sistema di voto. Belen e Canalis sul palco al posto di Ivana Mrazova

SANREMO. E pensare che tutto era cominciato come un anno fa. Con l’ilarità di Luca e Paolo che è sempre uno spettacolo, con l'emozione di Morandi. Belle anche le danze “spaziali” di Daniel Ezralow con la federazione italiana di ginnastica artistica e divertente la simpatia di Rocco Papaleo.
Ma a catturare l'attenzione della prima serata del Festival è stato Celentano. Oltre ogni aspettativa. Fuoco, fiamme, sirene e fumi sul palco per l’arrivo del tanto atteso Molleggiato che ha sicuramente sorpreso con effetti speciali e video bellici. Metaforico il suo spettacolo. “la vita è come un cammino verso il traguardo che non è la fine di un’esistenza ma l’inizio di una nuova vita. I preti e i frati non parlano mai del Paradiso. L’uomo non è nato solo per morire ma per vivere. Questa non è vita. Con spread, economia e guerre”. Censura la Chiesa e fa un fortissimo attacco alle testate Famiglia Cristiana e Avvenire, considerate “ipocrite” e non risparmiando nemmeno il “Corriere della Sera” e Aldo Grasso. Un attacco duro il suo che lascia spazio ad innumerevoli commenti. E cita Don Gallo che ha destinato tutta la sua vita per salvare gli ultimi. “Bisogna bilanciare la velocità”. Continua imperterrito Celentano. ”Bisogna fare anche un treno lento per vedere le bellezze dell’Italia”. Ce n’è anche per la Consulta che ha bocciato i referendum abrogativi della legge elettorale e “un milione duecento mila firme che la Consulta ha buttato nel cestino. C’è qualcosa che non va: o è la Consulta che sbaglia o bisogna cambiare vocabolario”. E sul governo Monti. “Materiale di ottima resistenza facile all’ossido dei partiti. Non si sa quando siamo sovrani e quando no”. Subito prima Rocco Papaleo aveva letto che “la Costituzione italiana sancisce che il potere sovrano appartiene al popolo che esercita un potere pieno e indipendente.” Entra in scena Pupo nella veste di contestatore fino a plasmarsi insieme a Papaleo e a Morandi all’insegna del rock ‘n roll. Interviene Morandi. “La bassezza fisica conta poco. ciò che conta è essere alti dentro. Solo così è possibile arrivare senza macchia. Nessuno è perfetto bisogna tagliare il traguardo con meno macchie possibili. La vita che stiamo vivendo è uno scherzo”. Finale musicale con il duetto con Franco Battiato, il quale era in video. E quindi della sua esibizione. Il direttore di Rai1, Mazza, resta seduto mentre gli altri si alzano in tributo.
KERMESSE. E poi i cantanti passati quasi sottovoce. Ma ci sono. E anche sotto giuria demoscopica. Almeno in teoria. Perché in pratica è toccato a Morandi l’arduo compito di comunicare che il voto sarebbe stato annullato a causa di un problema tecnico. Facile immaginare la disapprovazione della giuria, tra fischi e grida. Ma questo il verdetto Rai e non si discute. Dolcenera non spicca, come anche la Civello, forte Francesco Renga e Samuele Bersani anche se un po’ afono causa influenza che lo attanaglia da giorni. Noemi parte piano, ma poi si riprende nei ritornelli e negli acuti, la Fornaciari discreta, i Marlene Kuntz destreggiano, Emma spacca per energia e musica. Finardi poetico e non delude. La coppia D’Alessio-Bertè arriva al pubblico. La Zilli, splendida voce, ma non decolla del tutto. Un incontro generazionale quello di Carone-Dalla che non dispiace. Arisa con il nuovo look e la musica delicata, scritta dal siciliano Giuseppe Anastasi. E per finire i Matia Bazar, un po’ anonimi.

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