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Il ritorno di Laura Pausini in Sicilia

Oltre 100 date, molte già sold out. A Milano fino al 29 dicembre, poi cinque concerti consecutivi a Roma. In Sicilia il 7 e l'8 marzo, al Palasport di Acireale, al suo rientro dal tour mondiale nel sud America

PALERMO. Titanico, colossale, mastodontico. È lo straordinario ritorno della popstar italiana tra le più amate al mondo. Laura Pausini riparte alla grande, con un Inedito World tour preannunciato dall'omonimo suo ultimo disco. Rientra in grandissima forma, vestita dai lussureggianti abiti di Roberto Cavalli e pavè di Swarovsky. Un rientro teutonico, in tutti i sensi. Come il tempio rovesciato verso gli spettatori, revival riecheggiante il Bernini, con tanto di colonne e capitelli, che predomina sulla scena non appena si alza il sipario.


Dedicato a Yara, la ragazza uccisa a Brembate, il debutto al Forum di Assago è stato un'overdose di musica e suggestioni visive che lasciano a bocca aperta, con un ingegnoso uso della tecnologia e scintillanti giochi di luce. Oltre 100 date, molte già sold out. A Milano fino al 29 dicembre, poi cinque concerti consecutivi a Roma. In Sicilia il 7 e l'8 marzo, al Palasport di Acireale, al suo rientro dal tour mondiale nel sud America. Con la sua rara estensione vocale, sembra quasi danzare con le sue corde su una scala musicale che spazia senza confini. Una scaletta di oltre trenta tracce, un excursus musicale della sua carriera, dal passato al presente, da La Solitutine a Benvenuto, intercalato da medley e riff nuovi, alcuni forse un po' troppo osati e spinti. Il tutto sotto la direzione musicale del chitarrista Paolo Carta e sancito dai cori di Roberta Granà, Gianluigi Fazio e Monica Hill (Saranno Famosi 2001). Laura, genuina come sempre, ha ammaliato i fan in visibilio che la attendevano da due anni, trascinandoli con un carisma pazzesco. E lo fa in un vero e proprio «spettacolo in musica», dall'inizio alla fine, volteggiando dalla melodia pop, al rock a ritmi orchestrali a quelli dance, passando per l'acustico. Un ensemble armonico sorprendente che si plasma all'interno del contesto scenico grandioso.



«Sono stata ferma due anni. Adesso non vedo l'ora di cantare. E lo farò per un anno intero, anche a Natale e a Capodanno», ha dichiarato l'artista alla vigilia del tour. E, alla faccia della crisi, lo ha fatto in grande stile e non ha badato a spese. Effetti spettacolari (palco di 22 metri, cinque schermi, videomapping, immagini tridimensionali e un set «aereo») di Mark Fisher (già set designer per Pink Floyd, U2 e Cirque du Soleil); regia impeccabile di Marco Balich (executive producer dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016) che ha, insieme alle luci di Patrick Woodroffe (light designer per Bob Dylan, Depeche Mode, Rolling Stone), differenziato i momenti dello show. E non finisce qui. A stupire è anche l'ignota (finora!) verve ballerina di Laura, convinta dalle coreografie di Nikos Lagousakos. Ma il momento topico si condensa nel finale. Laura, sul brano Invece no, rientra in scena da una botola, seduta su un'altalena indossando una gonna, disegnata e realizzata appositamente a Londra da CuteCircuit, che srotola i suoi quattro metri di lunghezza man mano che sale, realizzata su un tessuto ricamato con centinaia di led luminosi e fatta arrivare direttamente dall'Inghilterra alla modica cifra di 40 mila sterline.
«In questo momento di crisi io che sono fortunata ho cercato di investire per uno spettacolo che potesse davvero allontanare la gente dalla tristezza». E allora, il fine giustifica i mezzi!

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