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La scommessa vinta di Tony Colombo

L'ex «bambino prodigio» palermitano oggi presenterà alle 17.30 il suo nuovo disco da Mediaworld nel centro commerciale Forum di Brancaccio. Si intitola “Il principe e il povero”, ed è distribuito da un colosso internazionale come la Warner

PALERMO. Una scommessa. Tra suo padre e suo zio. Vuoi vedere che a 7 anni sale sul palcoscenico con Mario Merola? Vinta. Da quel giorno fa il cantante. Ma Tony Colombo non rimpiange giocattoli e campetti di calcio perché la musica è sempre stata la cosa più importante. Ne è passato di tempo e soprattutto ne ha fatta di strada l'ex «bambino prodigio» che oggi presenterà alle 17.30 il suo nuovo disco da Mediaworld nel centro commerciale Forum Palermo. Si intitola Il principe e il povero, è distribuito da un colosso internazionale come la Warner ed è disponibile dal 25 gennaio in tutti i negozi e sulle piattaforme digitali.
Palermitano, classe 1987 e 17 album alle spalle, vive ormai da qualche anno a Napoli, ma si dice profondamente legato alla sua città «che mi ha dato la forza di arrivare al successo nonostante sia nato e cresciuto in un contesto in cui è difficile emergere».

Dopo Gigi D’Alessio, lei è il primo cantante neomelodico distribuito dalla Warner. È una marcia in più?
«La mia forza è quella popolare. Se ai miei concerti vengono 30 mila persone, un motivo ci sarà. In me non vedono l'artista, ma il ragazzo della porta accanto. Ho un rapporto ravvicinato coi miei fans, capita spesso di trovarci a discutere sui social network».




Perché il dialetto napoletano?
«È un po’ come chi sceglie di cantare in inglese. Mio padre ascoltava sempre Nino D'Angelo e mi ha trasmesso la passione».





I suoi modelli?
«Mario Merola è stato la scintilla. Poi ho cercato di seguire me stesso e la mia personalità, senza voler mai somigliare a nessuno. Mio padre è il mio modello: per me ha fatto tanti sacrifici e mi ha costantemente dato forza, insegnandomi a prendere anche dalle sconfitte il lato positivo».

Il duetto sognato con....?
«Laura Pausini».



L’anno scorso, dopo un grave incidente automobilistico, è rimasto otto ore in coma. Cosa le ha insegnato quell’esperienza?
«A cogliere l'attimo ed apprezzare anche le piccole cose che sembravano banali».



Perché il leitmotiv dei suoi testi è sempre l’amore?
«Perché per il 99% è il mio bagaglio di vita. L’amore è la chiave della vita. Viviamo un periodo triste, basta leggere i giornali o accendere la tv. La musica dev’essere evasione ma deve anche saper parlare di valori».



Tony Colombo tra vent’anni?
«Se ne starà su un divano con i figli magari guardando un concerto di quando aveva vent'anni e dirà loro: “Come mio padre ha fatto tanto per me, così anch’io ho fatto tanto per voi”».

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