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Veronesi porta in scena Mameli a Palermo

Il maestro milanese, direttore dell'Orchestra sinfonica siciliana annuncia l'appuntamento al Politeama in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia

Roma. Di fresca nomina sul podio della Carnegie Hall Opera di New York dove sarà guida stabile dalla stagione 2011- 2012, Alberto Veronesi esprime la sua soddisfazione per l' incarico internazionale che lo vede succedere a Eve Queler Qieler.  E' il mio primo importante compito oltre confine - dice il maestro milanese che dal 1999 è il direttore musicale del Festival Puccini di Torre Del Lago. Sarà a New York da quest'anno come direttore aggiunto per dirigere tre concerti, un recital, e un gala concerto. Il che non gli impedirà di proseguire in Italia una serie fitta di impegni nel quadro di un'intensa attività che ne fanno attualmente una delle bacchette più preparate e apprezzate. Innanzitutto l'attende il festival pucciniano dove in estate sarà sul podio di La fanciulla del West e di Le Vill'.  Il direttore milanese, come si sa, è anche impegnato con l'orchestra filarmonica del Comunale di Bologna e dell'orchestra Sinfonica Siciliana, formazioni che continueranno a essere presenti nel suo lavoro. Lo conferma lo stesso Veronesi. A questo proposito, sarà proprio l'orchestra siciliana al centro dei suoi programmi futuri. “Il principale appuntamento, di notevole significato- annuncia Veronesi - toccherà al Politeama di Palermo dove si svolgerà un evento straordinario: l'allestimento, in prima assoluta, di un'opera ripescata in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Si tratta di Mameli di Ruggero Leoncavallo, opera abbandonata e dispersa, soltanto recentemente ritrovata. Mameli - aggiunge Veronesi - opera risorgimentale di grande fascino e di cui, purtroppo, nonostante le sue qualità si erano perse le tracce, pure Leoncavallo non ne sapeva più niente. Recentemente è stata fortunatamente ritrovata per puro caso ed ora, rivista criticamente, è pronta per essere rappresentata in occasione di una celebrazione che interessa tutti gli italiani. Una gemma del nostro melodramma di cui molto si parlerà per il suo recupero artistico dopo molti anni e per il suo eccezionale valore storico”.

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