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Da Bagheria a Washington, giovane scienziato ridefinisce il processo di formazione del vetro

Da Bagheria a Washington e sulle pagine di una rivista internazionale. La separazione della vetrificazione da rilassamento in un vetro metallico è il tema dello studio condotto dal giovane scienziato bagherese Daniele Cangialosi e pubblicato su Science Advances, dell’American Association for the Advancement of Science di Washington.

Cangialosi, laureatosi a Palermo nel ’97, ha conseguito il dottorato nel  20o1 ed è poi divenuto ricercatore del CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Cientificas), il CNR spagnolo. Attualmente collabora come Invited Lecturer con l’Università di Princeton.

A rendere nota la pubblicazione, l'amministrazione comunale di Bagheria, guidata dal sindaco Filippo Maria Tripoli, che ha colto l'occasione per congratularsi con Daniele Cangialosi. «E’ sempre motivo di orgoglio apprendere delle eccellenze siciliane, che come Daniele Cangialosi, portano in alto il buon nome della nostra terra. I nostri complimenti giungano al nostro conterraneo per la nuova scoperta», ha affermato il sindaco Tripoli.

La ricerca è stata condotta insieme ad altre due studiose italiane, Isabella Gallino di Torino e ricercatrice all'Università di Saarland, e Beatrice Ruta di Roma e ricercatrice al CNRS (CNR francese). "Una frazione della materia presente nell’universo si compone di vetri, ossia dei materiali sì solidi, ma che allo stesso tempo hanno la struttura tipica dei liquidi - spiega Cangialosi -. Il vetro, come sanno bene i soffiatori, si realizza attraverso il raffredamento di un materiale liquido. Secondo quanto saputo finora, il processo che porta alla formazione del vetro si associa a movimenti atomici primari, o alfa, a cui si collegano a loro volta proprietà del vetro come la viscosità e da qui la definizione dell'energia stessa del vetro. Il fatto che la velocità dei movimenti alfa vari molto rapidamente con la temperatura implica che l’energia del vetro possa essere variata in un intervallo troppo piccolo perché si possano effettivamente sincronizzare le proprietà del vetro".

Lo studio si basa sull'intuizione che la formazione del vetro è associata non solo a movimenti alfa ma anche a movimenti secondari e più veloci, "a partire dall'utilizzo della calorimetria ultra-rapida di ultima generazione su un vetro metallico. In questo modo abbiamo compreso che la temperatura alla quale avviene la vetrificazione risulta essere più bassa di quella attesa se si tenesse conto dei soli movimenti alfa", sottolinea lo scienziato.

La ricerca ha condotto alla definizione che "è possibile variare l’energia del vetro in un rango molto più ampio. Ma cosa ancora più importante permette di rivalutare il processo stesso della formazione del vetro e quindi di applicare lo studio anche all'ambito meccanico e ottico - conclude -, tra i settori connessi all'energia del vetro".

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