Si era detto e scritto molto delle gare di nuoto nella Senna, soprattutto dopo i casi di malessere legati al triathlon e quel sospetto caso di Escherichia Coli (poi smentito dopo gli accertamenti) che aveva spinto il Belgio a ritirare la sua squadra. La decisione di disputare il nuoto in acque libere in un fiume, con tutti i rischi sanitari e le possibili contaminazioni del caso, aveva fatto discutere e a lungo aveva fatto temere per la cancellazione dell’attesa 10km. Alla fine il programma è proseguito come nelle attese e l’Italia ha conquistato un bellissimo bronzo. Difficilissimo il campo di gara di questa prova in acque libere. Un lato esposto al vento favorevole, molto veloce, e un altro completamente esposto al vento contrario. Le atlete sono state costrette a gareggiare vicinissime alla riva, al fine di evitare di percorrere troppa strada o venire frenate dalla corrente, con pochissimi margini per l’inventiva o per le soluzioni alternative. Era fondamentale, dunque, aggredire sin da subito il percorso e l’Italia ci è riuscita benissimo.
Sia Giulia Gabbrielleschi che Ginevra Taddeucci hanno disputato una gara d’attacco, con quest’ultima ad entrare nell’azione giusta. L’azzurra, 27enne fiorentina, ha promosso e poi seguito l’azione completata dall’australiana Moesha Johnson e dall’olandese Sharon van Rouwendaal. Questo terzetto ha guadagnato oltre mezzo minuto sulle inseguitrici, per poi giocarsi le medaglie nell’imbuto finale. Oro all’Olanda, argento all’Australia e bronzo all’Italia: Taddeucci ha chiuso terza a 8"6, conquistando la 28ª medaglia azzurra, mentre Gabbrielleschi è arrivata sesta (+43.7) col gruppo delle inseguitrici. Una medaglia che ha sorpreso anche la stessa atleta, che ha commentato così la sua prova: «Questa è stata una gara difficile, ho cercato di stare sempre davanti per evitare scherzi dalle avversarie. Ho rischiato nel quarto giro perché il lato controcorrente era imprevedibile, bastava allargarsi di venti centimetri per perdere tanto terreno. Ho seguito Sharon (van Rouwendaal, ndr) e l’australiana, sperando che fossero sulla traiettoria giusta, ed è andata bene».
L’azzurra poi commenta il suo percorso d’avvicinamento a questi Giochi: «Ho fatto due anni controcorrente, nuotando da sola e cercando di prevalere sempre. Le gare che facevo non erano mai abbastanza, mi veniva chiesto di dimostrare sempre di più. Da Roma 2022 è iniziata la mia rincorsa alle Olimpiadi, all’inizio ero fuori. Questa gara controcorrente è lo specchio del mio percorso, e questo bronzo è bellissimo. Sognavo di ripercorrere le orme di Martina Grimaldi e Rachele Bruni, due amiche, e ci sono riuscita. La dedico al mio compagno, Matteo Furlan. Mi ritufferei nella Senna? No, una volta è bastata (ride, ndr).” Per competere in questa gara, le azzurre hanno effettuato un rigido protocollo sanitario che viene raccontato da Giulia Gabbrielleschi: “Abbiamo fatto una profilassi con probiotici, fermenti lattici, farmaci protettivi dello stomaco. Il minimo indispensabile. Vedremo nei prossimi giorni come andrà. Però posso dire che nuotare nella Senna non è stato così male, è stato divertente cambiare scenario perché le gare di fondo sono tutte uguali ultimamente. La gara è stata dura, la corrente era fortissima. Vince chi si adatta. Siamo tutte un graffio perché a bordo riva c’erano dei rovi. L’abbiamo scoperto solo in gara, ogni giro era uno strazio (ride, ndr)».
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