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È morto il giornalista sportivo Roberto Renga, il suo addio: "Io molto amato e odiato"

Roberto Renga

Il giornalismo sportivo piange la scomparsa di una delle firme più note. È morto Roberto Renga, volto noto in tv, ma presente anche in radio e autore di diversi libri. Aveva 76 anni e da tempo lottava contro un male incurabile.

Renga per anni è stato l’inviato del Il Messaggero, seguendo anche sette Mondiali di calcio, sette Europei, due Coppe d’Africa, una Coppa America, i Giochi Olimpici in Australia. A darne notizia ieri è stato il figlio Francesco su twitter: "Papà ci ha lasciati nel pomeriggio di oggi. Il suo ultimo tweet è postumo, pensato un anno fa". Nel tweet in questione il giornalista ha scritto: "Non posso lamentarmi. Sono stato molto amato e molto odiato. Il mio perdono a tutti meno tre". Questo il suo addio, in modo schietto con tre brevi frasi.

E sui social i messaggi di cordoglio sono innumerevoli. Amici, colleghi, associazioni sportive e di tifosi. Fra questi anche Riccardo Cucchi, noto giornalista sportivo ed ex radiocronista, che lo ricorda così: "Chi ha fatto questo mestiere sa che la vita degli inviati è una vita condivisa. Sui campi di gioco, negli alberghi, nei pochi momenti di relax. Ho condiviso con Roberto Renga fatiche ed emozioni. E tante belle chiacchierate condite di ironia e risate. Inviato di classe e compagno di avventure. Amante dei libri, della politica, del mare, della vita. Un amico, un cronista competente curioso e attento. Ha affrontato con fermezza e sorrisi anche l'ultima sfida, quella imposta dalla malattia. Grazie Roberto dell'amicizia e dei tanti inconsapevoli consigli per fare bene questo mestiere. Roberto Renga non è più con noi. Ma è con noi. Con me sicuramente".

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