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Acqua azzurra ai mondiali, Verani vince l'oro nella 25 km

Dario Verani

Un oro tanto inaspettato quanto meritato che sa di riscatto, gioia e leggerezza. In una parola una vera e propria liberazione quella vissuta dalla nuova stella del fondo azzurro, Dario Verani che al termine della maratona del nuoto, la 25 km ai Mondiali di Budapest, passata sempre nel gruppo di testa, assesta il colpo del ko nel finale con uno sprint da leggenda. Nelle acque libere del Lupa Lake, lago artificiale a nord di Budapest, il ventisettenne di Cecina laureato in economia che nuota per il team dell’Esercito, ha battuto sul più bello il superfavorito francese Axel Raymond, già bicampione mondiale in carica e campione europeo. Sul podio anche l’idolo di casa Peter Galicz, mentre chiude settimo l’altro azzurro Matteo Furlan che confeziona comunque una gara importante. Si chiude così un’edizione storica per il nuoto azzurro con la ciliegina sulla torta regalata dal fondo che da oltre trent’anni bagna di medaglie la tradizione azzurra.

Migliorato il record di Fukuoka 2001 e Budapest 2017

Quella di Verani è la sesta della spedizione italiana (2 ori , 2 argenti e 2 bronzi) che batte come numero il bottino storico di Fukuoka 2001 dove ci furono però tre ori (3 ori e 2 bronzi), e quello di Budapest 2017 sempre con 5 medaglie senza ori però. Nella 25km in principio fu Sergio Chiarantini. Il romano classe ‘68 conquistò un argento nella prima edizione della maratona delle acque che si svolse a Perth nel 1991 e poi da Valerio Cleri a Ostia fino all’ennesimo exploit di oggi. «Sono al settimo cielo perché è uscita la gara che avrei voluto fare - racconta Verani subito dopo aver realizzato l’impresa - Sono rimasto ai piedi del favorito francese e sapevo di avere qualcosa in più negli ultimi cento metri - continua l’azzurro che è riuscito anche a conciliare lo studio e lo sport fino alla laureato in economia raggiunta lo scorso aprile all’Università di Pisa - Questo è un sogno che si realizza, molto più grande del bronzo europeo nella 5 chilometri. In pochi ci credevano alla vigilia, ma io lo sapevo. Questo oro è per la mia famiglia, per il centro sportivo Esercito e in particolare per il mio allenatore Fabrizio Antonelli. Questa gara ti prova fisicamente, mentalmente, anche moralmente. Adesso sto vivendo in una bolla di leggerezza. Questa medaglia è una liberazione» sottolinea l’azzurro che divide gli allenamenti, nel circolo magico targato Antonelli, con il campione di tutto Gregorio Paltrinieri e il vice campione del mondo Domenico Acerenza.

Epilogo al fotofinish nella maratonea femminile

Epilogo al fotofinish nella maratona femminile dove chiude solo quarta Barbara Pozzobon.La ventinovenne di Maserada sul Piave paga lo sprint, schiacciata dall’esperienza delle medagliate, la brasiliana Ana Marcela Cunha che conquista la medaglia d’oro dopo una gara sempre nelle prime posizioni. L’olimpionica trentenne di Salvador - rappresentante dell’orgoglio omosessuale e fidanzata con Maria Clara Fontoura, che festeggia col saluto militare sul podio - è al settimo titolo mondiale. All’arrivo precede la tedesca campionessa europea Lea Boy e l’olandese campionessa della dieci chilometri, già olimpionica, Sharon Van Rouwendaal. «Penso di aver disputato una bella gara. L’importante era provarci; restare attaccata a queste grandi campionesse - commenta Pozzobon, che esordì nel 2017 vincendo il Rio Coronda, 57 km nelle acque limacciose del fiume argentino, e poi la Capri-Napoli nel 2018 - Essere arrivata in gruppo è un passo avanti. Ripartirò anche più determinata dopo questo quarto posto; c’è da migliorare la psicologia di approccio alla gara e lo sprint. Ci vediamo ad Ostia dove cercherò di esser protagonista anche nella 25 km continentale».

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