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Delusione scherma, Malagò tuona: "Ambiente da ricostruire". Azzi: "Ripartiremo dai giovani"

Daniele Garozzo in un assalto contro il Giappone

"Premesso che lo sport italiano e il Coni devono essere eternamente grati alla scherma, i risultati a Tokyo sono stati profondamente deludenti: ci aspettavamo ben altro". Parlando con l’Ansa Giovanni Malagò, presidente del Coni, confida la sua "grandissima amarezza" per il rendimento di uno sport che ha concluso oggi con l’eliminazione ai 'quarti' della squadra di fioretto il suo programma.

"Ora ci vuole - aggiunge - una profonda riflessione da parte della federazione, tra tre anni ci sono i Giochi di Parigi: da domani si deve lavorare per ricostruire un ambiente".

"Oggi era l’ultimo giorno per avere una speranza di fare qualcosa di importante e invece non siamo neanche in zona medaglie", ha detto poi Malagò, parlando dall’Acquatics Center. "È una cosa che ci amareggia tanto, questo sicuramente comporterà riflessioni in merito".

Il bilancio è di cinque medaglie, tre d’argento e due di bronzo, ma nessuna d’oro, cosa che non accadeva da mezzo secolo (49 anni per l’esattezza). La scherma italiana ritorna dalle Olimpiadi di Tokyo con un bilancio in chiaro-scuro. Dalla scherma lo sport azzurro richiede sempre molto. E, invece, da questa edizione dei Giochi a cinque cerchi sono venuti a mancare gli ori. Vuoi per l’una o l’altra stoccata andata a vuoto, anticipata o neutralizzata dagli avversari.

Decisamente c'è da rivedere qualcosa, in primis la programmazione, soprattutto in vista del futuro e per gestire la nuova generazione che dovrà essere pronta per Parigi 2024, questa volta tre anni, non il consueto quadriennio olimpico. C'è da risolvere qualche attrito di troppo e, perchè no, provare a riportare in Italia quello Stefano Cerioni, oro a Seul '88, e soprattutto cittì azzurro negli anni d’oro per poi 'tradire' l’Italia per la Russia andando ad allenare la forte Inna Deriglazova portandola all’oro olimpico a Rio de Janeiro 2016 su Elisa Di Francisca.

"Per me è un incubo, ho lavorato per farmi trovare pronto. Il livello è aumentato in tutto il mondo, ma oggi siamo molto delusi". Lo ha dichiarato il fiorettista azzurro Giorgio Avola dopo la sconfitta ai quarti nella prova a squadre degli azzurri contro il Giappone. Il siciliano ha preso il posto di Andrea Cassarà ("non stavo bene, ho preferito lasciare spazio") alle prese con qualche problema fisico. "È una delusione totale" ha aggiunto alla Rai Alessio Foconi. "Nei giorni precedenti alla gara abbiamo fatto tanto squadra, adesso analizzeremo, vedremo cosa è mancato, forse qualche stimolo in più serve, tuttavia la voglia di non mollare c'è e tanta, faremo il punto della situazione e poi vedremo". "Non siamo riusciti ad andare via durante l’assalto, poi è diventato tutto molto difficile" le parole di Daniele Garozzo.

"Il bilancio non può essere soddisfacente, tanto più dopo l’eliminazione del fioretto a squadre, che brucia". Lo dice il presidente della Federscherma, Paolo Azzi, a conclusione delle gare in pedana di Tokyo 2020. "È mancato l’oro, e questo pesa, e sono mancate medaglie in specialità da cui era lecito attenderle: ma - ha aggiungo Azzi - a mente fredda vedremo anche gli elementi positivi". A cominciare dai giovani. "Da oggi le gerarchie olimpiche si azzerano: i giovani proveranno a scalzare i vecchi, i vecchi a difendere il loro posto. Spero solo che l’attività internazionale torni alla normalità per poterli mettere alla prova".

 

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