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A Melbourne parte la stagione della verità per Cecchinato, con il sogno di agguantare la top 10

La stagione della verità di Marco Cecchinato inizia tra poco meno di due giorni, a Melbourne, in Australia. In realtà il Ceck ha già giocato, e anche bene, in questo 2019, con un’ottima semifinale raggiunta sui campi veloci di Doha, terreno non esattamente di conquista per il 26enne palermitano, poi ha perso subito ad Auckland, ma probabilmente lì la sconfitta era dovuta al fatto di trovarsi da poco dall’altra parte del mondo, anche rispetto al più vicino (per la Nuova Zelanda) Qatar.

Lo slam, però, è un’altra cosa. Rino Tommasi dice sempre che “tre set su cinque è un altro sport”. Ed è vero, è dannatamente vero. Dopotutto, per diventare grandi, nello sport della racchetta più popolare del mondo, si deve far bene nei tornei dello slam, che sono, appunto, tutti 3 su 5. Cecchinato ha già dimostrato che può far non bene, ma benissimo, nel tennis che conta: a Parigi dopotutto è arrivato in semifinale, da 40 anni nessun azzurro ci riusciva. Ma era il 2018, l’anno dell’esplosione. Il 2019 deve essere quello della conferma. E si sa, è la cosa più difficile da fare, come ha detto recentemente anche Adriano Panatta, in un’intervista al Giornale di Sicilia, parlando proprio del “Ceck”.

L’Australian Open è forse lo slam dove il palermitano può fare meglio, almeno come caratteristiche di superficie e come clima. I campi di Melbourne, soprattutto quelli che non sono il centrale (la Rod Laver Arena), sono infatti non troppo veloci, e questo piace a Cecchinato. Inoltre, le temperature sono calde, e l’italiano è uno a cui piace metterla sul fisico, anche se la città australiana è spesso spazzata dai venti del “vicino” Antartide, e il termometro fa su e giù.

Certo, il tabellone non è proprio dei più semplici, nonostante Cecchinato sia ormai numero 18 della classifica Atp. Si inizia nella notte tra lunedì e martedì contro Krajinovic, 92 nel ranking, ma giocatore capace di fare ottime cose. Da prendere con le molle, ma Ceck questo lo sa, visto che si conoscono molto bene: i due sono alla settima sfida con un equilibrato 3 a 3 finora. Al secondo avrebbe uno fra Donskoy e Djere, mentre al terzo avrebbe il temibilissimo croato Borna Coric, uno dei giovani migliori. Al quarto, chissà, potrebbe avere Dominic Thiem, in una rivincita della semifinale di Parigi, ma l’austriaco solitamente in Australia non ha mai grossi exploit. Anzi.

E se dovesse andare bene a Melbourne, chissà: il sogno top 10 potrebbe non essere così lontano. Da qui alla vittoria di Budapest, ottenuta a fine aprile dello scorso anno, Cecchinato ha davvero poco, molto poco, da difendere, in termini di punteggio. E con i 1000 americani, e soprattutto con una lunga tourneè sulla terra sudamericana in inverno, quello che sembrava incredibile fino a qualche tempo fa potrebbe davvero realizzarsi.

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