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Mondiali, Subasic batte anche Schmeichel: così continua la favola della Croazia

Anche la Croazia, come la Russia va nei quarti del Mondiale grazie ai rigori. Lo fa al termine di una partita meno bella, se possibile, di quella che si era vista a Mosca fra la nazionale di casa e la Spagna, e in cui due squadre alla fine stremate hanno pensato prima di tutto a non prenderle. Protagonisti del match sono stati il portiere danese Kasper Schmeichel, 'figlio d'arte' che in tribuna ha mandato in visibilio papà Peter, e il regista croato Luka Modric.
Le loro storie in questa partita dall'inizio scoppiettante (due gol in 4 minuti) sono andate in parallelo: il danese ha parato, a 4' dalla fine del secondo supplementare, il rigore del croato che avrebbe potuto dare la qualificazione alla Croazia senza bisogno della 'lotteria' finale, poi ha replicato bloccando due tiri dal dischetto dopo il 120', di Badelj e Pivaric. Non quello di Modric, che ha dimostrato coraggio e personalità da vendere, ripresentandosi per un penalty e questa volta battendo il rivale. Meglio del quale ha fatto un altro eroe di giornata, l'estremo difensore croato Subasic, che di penalty ai danesi ne ha parati tre, sempre in un modo diverso, e a quel punto ha consegnato a Rakitic la chance di mettere la parola fine a una sfida che sembrava voler durare all'infinito.
Il centrocampista del Barcellona non ha tradito il popolo croato e i tanti tifosi con la maglia a scacchi che affollavano il Nizhny Novgorod Stadium, ed è stata l'apoteosi.
Ora ci si rivede a Sochi, dove sabato prossimo i croati se la vedranno con la Russia, intanto la storia di Modric ricorda, con un finale diverso, quella di Zico a Messico 1986: il numero 10 della Selecao sbagliò, durante la partita, il rigore che avrebbe potuto portare il Brasile in semifinale, poi segnò nei tiri dal dischetto del post-partita, come oggi Modric. Ma quella volta passò la Francia di Platini e al fenomeno carioca non rimase che piangere abbracciato da Socrates.
Tornando all'attualità, in questo ottavo la Croazia non ha mostrato quel gioco brillante che finora ne aveva fatto, assieme al Belgio, la selezione più fashion di questo Mondiale. La manovra è apparsa lenta e involuta, in particolare nel secondo tempo regolamentare, ma almeno ha avuto il merito di reagire immediatamente dopo il gol incassato al primo minuto di gioco: una conclusione di Delaney era arrivata a Mathias Jorgensen, che aveva battuto un impacciato Subasic.

Al 4' il pari di Mandzukic, lesto ad intervenire dopo che un intervento a 'spazzare' di Dalsgaard era rimpallato su Christensen. Dopo il fuoco d'artificio iniziale, tanto gioco compassato ma poche emozioni, noia pura fino alle emozioni dei rigori, prima quello al 116' di Modric, poi i tiri della girandola finale. E la Croazia può continuare a sognare, anche quando (non succede spesso) Modric fa un errore.

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