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C'è l'Argentina di Leo Messi per l'Italia, Di Biagio debutta col 4-3-3

Gigi Di Biagio

FIRENZE. Dopo il disastro della mancata qualificazione ai mondiali in Russia, la Nazionale di calcio riparte da un'amichevole di lusso contro l'Argentina. E Gigi Di Biagio si avvicina al debutto da commissario tecnico con un’Italia che per grandissima parte, modulo escluso, si annuncia la stessa di quella è stata eliminata nel novembre scorso dalla Svezia.

Il ct azzurro, per l’amichevole di venerdì a Manchester con l'Argentina di Leo Messi, la prima delle due in terra inglese, sta testando in questi giorni un 4-3-3 con Buffon tra i pali, Florenzi, Bonucci, Ogbonna, Spinazzola in difesa, Pellegrini, Jorginho e Verratti a centrocampo, Candreva, Immobile e Insigne in attacco. Eventuali alternative: Darmian per Spinazzola, Rugani per Ogbonna, Parolo per Pellegrini e Chiesa per Candreva, anche se l’esterno viola oggi ha fatto differenziato per un lieve affaticamento. Nessun allarme per ora filtra dal clan azzurro, come pure per Insigne che è uscito precauzionalmente prima per i postumi di una leggera influenza.

Di Biagio lavora molto sulle ripartenze e sul gioco palla a terra e continua a mischiare le carte come ha fatto anche nell’allenamento di oggi pomeriggio lasciato aperto ai media (tolti anche i teloni sulle cancellate allestiti coi precedenti ct contro sguardi indiscreti), rinviando alla rifinitura di domani mattina le prove definitive prima della partenza per Manchester. Rifinitura che sarà interamente a porte chiuse.

Dell’Italia di Ventura per la doppia sfida con la Svezia culminata col fallimento, ben 8 sono i possibili titolari contro Messi&c.: Buffon, Bonucci, Candreva, Jorginho, Florenzi, Immobile, Verratti, Insigne. «Ma non dobbiamo più pensare alla Svezia, dobbiamo credere nel nuovo progetto, stare uniti, divertirci, darci una mano - ha detto Jorginho - Avremmo potuto andare ai Mondiali, ci credevamo, abbiamo dato tutto, io stesso avrei voluto anche dare di più, ma se non sono stato chiamato in causa prima il rimpianto non deve essere mio».

Il centrocampista italo/brasiliano invita a guardare avanti: «Non sarà facile ma bisogna ripartire, con l’Argentina non dobbiamo avere paura, sarà un test utile per capire a che punto siamo. Io e Verratti? Quando c'è la qualità, e a Marco non difetta, è più semplice giocare assieme e coesistere. Del mio Napoli mi piacerebbe portare in Nazionale il gioco e la capacità di giocare palla a terra. Riuscirci sarebbe bello e importante». Anche per dimenticare l’incubo svedese.

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