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Valentino Rossi al crepuscolo della carriera: "L'addio mi fa paura"

ROMA. Il crepuscolo dei campioni. Reduce dal quinto posto nella classifica piloti della MotoGp, peggior piazzamento da quando, nel 2013, è tornato a correre con la Yamaha, Valentino Rossi ha confessato al settimanale tedesco "Speedweek" di non sentirsi pronto ad appendere il casco al chiodo, nonostante il prossimo febbraio compia 39 anni.

«Ho paura di fermarmi, perché sarà difficile trovare qualcos'altro - ha detto il pilota, nove volte campione del mondo - La MotoGp è tutta la mia vita. Dirigere l’Academy sarà bello e divertente, ma non è la stessa cosa».

«Guardo sempre le gare del mondiale delle classi Moto3 e Moto2 con i miei ragazzi dell’Academy. A volte mi sento un pò stanco. Ma poi prevale la voglia di continuare a mettermi in gioco» ha aggiunto Rossi.

Anche nel 2018, quando gli scadrà il contratto con la Yamaha, «il primo obiettivo rimane conquistare il Mondiale. Il secondo è vincere le gare, il terzo salire sul podio» dopo un 2017 avaro, chiuso con un solo successo ad Assen.

Nell’anno macchiato dall’incidente con frattura di tibia e perone prima di Misano, «ci sono state gare difficili come Jerez, Barcellona, lo Spielberg o Motegi - ha aggiunto - Il telaio? Il nostro problema è stato semplicemente l’usura dei pneumatici al posteriore. Cercando di risolvere i problemi del 2016, abbiamo creato nuove difficoltà».

A giugno dovrà affrontare il bivio tra prolungamento e ritiro: «Dopo le prime gare parlerò con la Yamaha e vedremo. Se sarò competitivo a me piacerebbe continuare» ha ribadito di recente. In un futuro più lontano «sarà certamente interessante provare ad allestire un team in MotoGP. Ma questo è un mondo completamente diverso. Ci sarà anche bisogno di un costruttore - ha concluso Rossi - Per ora ci limitiamo alle classi minori per aiutare i nostri giovani piloti. Abbiamo iniziato quasi per caso con Simoncelli nella VR46 Riders Academy. Più tardi arrivò Morbidelli, poi mio fratello e Migno. Poi è nata la squadra».

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